Cronaca

Contattano chi vende oggetti e lo inducono a digitare codici che invece di fargli incassare il denaro lo versano sul conto dei ladri
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GENOVA -I poliziotti della sezione giudiziaria del commissariato di San Fruttuoso nei giorni scorsi hanno denunciato dieci truffatori di diverse parti d'Italia specializzati nel raggirare alle persone che mettono in vendita oggetti sui portali più noti come Subito.It, ovviamente estranei ai reati.

Si tratta di gang specializzate in ogni parte d'Italia che non lasciano nulla al caso. Il tutto gravita sulle carte prepagate di Postepay.


Primo obiettivo: telefonare e mettere fretta al venditore per indurlo a seguire i compiti da loro impartiti con il pretesto fargli fare un grande affare.

Il malcapitato, e a Genova sono stati molti a cadere nel truffa, viene indotto a recarsi subito al Postamat (il bancomat delle Poste), per concludere la trattativa perché gli viene detto che nei giorni successivi un corriere transiterà nella sua zona e potrà inviare immediatamente la merce in vendita.

Poi i truffatori guidano la vittima davanti al Postamat dicendogli di digitare dei codici che però invece di fargli arrivare la cifra pattuita per la vendita permettono al truffatore di incassare i soldi.

Molti ovviamente a questo punto si accorgono della truffa, ma fra tanti tentativi non mancano le persone che ubbidiscono e vengono truffate.

La prima avvertenza degli investigatori della sezione giudiziaria del commissariato di polizia di San Fruttuoso diretto dal vice questore Fausto Ansini a chi vende un oggetto è di non ubbidire mai a chi vi invita ad andare al bancomat delle Poste millantando l'accredito del denaro sul vostro conto.

Per i poliziotti le indagini sono molto complesse perché le carte dei truffatori sono intestate a persone ignare delle truffe, spesso clochard o tossicodipendenti che concedono le proprie generalità usate per l'apertura di Postepay in cambio di somme irrisorie, anche soli dieci euro.
 
Sono stati individuati prestanome a cui sono state intestate centinaia di Postepay.

Grazie alle truffe, trapela dagli inquirenti, i capi delle gang ogni mattino senza muovere un dito vanno a riscuotere ai Postepay il provento dei raggiri. Su alcuni conti sono state trovate accreditate somme sino a 100 mila euro.

L'organizzazione è ramificata: c'è chi telefona al venditori di oggetti, chi si procura i documenti "corrompendo" i clochard e c'è il ladro che incassa il denaro al Postpay.

Questa fase è l'anello debole di raggiri pressoché perfetti: gli inquirenti però devono arrivare in tempi rapidi alle immagini delle telecamere del Postamat che inquadrano il viso del ladro che riscuote i soldi. E poi ovviamente devono identificarlo dal video perché la carta è intestata ad altre persone. Bisogna anche fare presto perché in caso contrario, come dettano le normative sulla privacy, i fotogrammi vengono cancellati e i visi dei ladri spariscono con i soldi delle persone truffate.

E molto volte le indagini non vanno a buon segno perché la magistratura anche a causa delle ataviche carenze di organico risponde in tempi lenti alle richieste degli investigatori.

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