Cronaca

I legali, prezzi troppo alti. Giudice Lepri respinge richiesta. Critici familiari vittime: "Non era il processo più importante d'Italia?"
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GENOVA -Alcuni degli avvocati dei 59 imputati nel processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime) hanno chiesto la sospensione delle udienze nei giorni in cui si svolgerà il Salone Nautico, e cioè dal 22 al 27 settembre.

Gli avvocati, in particolare quelli che arrivano da altre città, hanno spiegato che in quella occasione tutti gli alberghi di Genova sono occupati o hanno prezzi troppo alti che non gli permettono di rimanere entro il limite rimborsi che ricevono dai clienti.

Il presidente del collegio Paolo Lepri ha respinto la richiesta perché non sarebbe "una questione oggettiva".

La richiesta degli avvocati sugli alberghi troppo cari ha fatto arrabbiare i familiari delle vittime, come Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime: "Ma non era il processo più importante dell'Italia?" ha chiesto polemico anche per la brevità dell'udienza, iniziata alle 9 e finita entro le 11.

All'udienza di oggi hanno parlato una decina di avvocati di parti civili ammesse in udienza preliminare ma di cui alcuni imputati hanno chiesto l'esclusione dal processo.

"Abbiamo diritto a stare - in sintesi le motivazioni delle parti civili - perché abbiamo subito un danno". Tra loro c'è chi era in ufficio vicino il Polcevera, chi stava facendo la chemioterapia e avrebbe visto peggiorare le sue condizioni di salute o chi ha visto crollare il valore del proprio immobile. I giudici decideranno lunedì sull'esclusione o meno dei responsabili civili Autostrade e Spea, la società che si occupava delle manutenzioni. Sempre quel giorno si passerà alle discussioni sulle parti civili che hanno chiesto di costituirsi a inizio processo. Nei giorni seguenti verranno affrontate le altre questioni preliminari, dalla nullità delle notifiche alla nulla dell'incidente probatorio.
L'esame dei testimoni, dunque, non dovrebbe iniziare prima di fine ottobre.

Sono 59 le persone imputate tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea, ex ed attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria. Secondo l'accusa tutti sapevano delle condizioni del ponte ma non sarebbero state fatte le manutenzioni per risparmiare. Le due società hanno patteggiato circa 30 milioni.