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Da che le hanno cancellate o riformate e che sono diventate "città metropolitane" si è perso anche il fascino di quel ruolo
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Nostalgia della Provincia con la maiuscola, dell’ente intermedio, come si chiamava una volta, che amministrava il territorio di mezzo e aveva presidenti importanti, figure che facevano da contraltare ai sindaci e ai presidenti di Regione, ben lontani da essere chiamati Governatori. Da che le hanno cancellate o riformate e che sono diventate "città metropolitane" si è perso anche il fascino di quel ruolo, calcato da grandi personaggi che poi facevano carriere importanti. Fu presidente di provincia l’astro nascente della Dc tavianea Francesco Cattanei, poi Marta Vincenzi nella sua allora grande e poi sventuratissima carriera, quel gigante socialista di Rinaldo Magnani.

Oggi quella nostalgia me la fa scattare la candidatura a presidente della provincia di Imperia di Claudio Scajola, sindaco di Imperia per la terza volta, dopo essere stato tutto, primo cittadino tre volte,  deputato, ministro, presidente del Copasir, co fondatore di Forza Italia.

Se il 18 dicembre prenderà, come sembra, i voti dei 66 consiglieri comunali dei Comuni nel nobile territorio di Imperia, Scajola, un settantenne ultrapimpante, andrà a coprire quel ruolo. E sarà un altro gradino della sua incredibile carriera. Ma qui non è un problema di carriera, che svela anche un accordo dopo tante discussioni con il presidente Giovanni Toti, cui lo accomuna pure una medesima antica discendenza diretta berlusconiana. Ambedue scelti dal Cavaliere per funzioni chiave nel suo partito, in epoche tanto diverse e con esisti così dissimili.

E’ un problema di sostanza, perché Scajola scala la Provincia non per coprire un ruolo sommatorio rispetto a quello di sindaco “eterno” della sua città, ma per dare una spinta a un territorio nevralgico, per il quale l’asse con la Regione diventa cruciale. Nessuno meglio di lui conosce, pietra per pietra, quella provincia, i suoi confini, le necessità urgenti che esprime quella terra di confine, di costa e montagna, di collegamenti, di  relazioni perfino di Casinò, oggi semi spento e nella cui storia ha pagato prezzi pesanti anche il possibile presidente di domani .

Con Scajola le due opere cruciali per rompere l’isolamento non solo di Imperia , ma della Liguria intera, avranno un sostenitore molto caricato: il raddoppio ferroviario della Andora-Finale Ligure e la costruzione della bretella autostradale Albenga Predosa.

Sono opere attese da decenni, che in un arco di dieci anni libererebbero la Liguria anche dal terribile giogo delle autostrade in stato agonico e insufficienti anche quando saranno terminati i cantieri della manutenzione tradita ovunque in quel modo scandaloso e indecente che conosciamo. Non vogliamo glorificare Scajola, che i suoi guai li ha passati eccome, ma sfruttare il suo giacimento di esperienza ed anche di determinazione, un riscatto non solo suo, ma di quel pezzo della Liguria. Per cui, viva la Provincia, ente intermedio e in qualche modo sospeso nello sconquasso istituzionale italiano, che una mano ce la può dare. Vecchia o nuova che sia.