GENOVA - Da Verona a Verona, il Genoa rispetto a un girone fa ha sempre lo stesso entusiasmo, ma con l'effetto Blessin in più. Diciamolo chiaro e tondo, la salvezza resta difficile perché in mezzo al torneo molte cose non hanno funzionato, le scelte, come quella di Sheva, sono state sbagliate e l'assenza di un bomber si fa sentire.
Ma c'è un ma, grosso come una casa: restare in A non è impossibile come quando il presidente Zangrillo aveva preparato la piazza ad affrontare una eventuale retrocessione chiamandola non per nome ma definendo il tutto come "incidente di percorso" nel progetto verso l'Europa in tre anni. Con altrettanta franchezza, chi pensava nella notte del Ferraris col Verona con passerella di Josh Wander e degli altri americani di 777 Partners, di dover mettere in preventivo il ritorno in B dopo 15 anni? Nessuno, forse in pochi. Infatti dopo aver esonerato Ballardini con Sheva, carta canta, c'è chi traguardava la Coppa Italia come passaggio per l'Europa. Non avendo il bastone al Genoa si agitava la carota. L'ambiente senza le catene di Preziosi era libero di sognare e nel calcio tutto questo è il motore principale. Tutto lecito. Ma la realtà, si è capito in poco tempo, era da lotta per la sopravvivenza.
Poi è arrivato Blessin, qui Spors criticato in quei giorni da quasi tutti per l'assunzione di un allenatore sconosciuto, ha fatto bingo. Il mister tedesco, 10 punti in 8 partite senza mai perdere, ha ridato gioco, dignità e orgoglio alla squadra e nuova energia alla tifoseria. Portare tremila tifosi a Verona in un giorno feriale alle 18.30 è un'impresa per pochi club. I genoani sanno che in queste ultime gare ci si gioca molto senza ipocrisie, senza rinviare il problema. Non c'è bisogno di tirare in ballo la volpe e l'uva. È nel dna rossoblù la lotta per la salvezza ed è bastato l'interruttore Blessin per dare luce alla piazza che non ha bisogno di imbonitori, ma di sincerità. Il feeling ora c'è e si vede, così come la speranza di evitare "l'incidente di percorso". Nessuna illusione perché ci sarà da soffrire, ma scampare alla B è importante senza se e senza ma, soprattutto ammetterlo senza paura. Quella che non hanno più da due mesi Sturaro e compagni.
IL COMMENTO
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