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Negli ultimi 50 anni molte giovani e nuove famiglie si sono spostate a Recco, Rapallo o Genova
1 minuto e 52 secondi di lettura
di Francesco Gastaldi*
Uno scorcio di CamogliSi assiste ad un progressivo e costante abbandono del territorio

Camogli continua a perdere abitanti, un'erosione costante, drammatica, poco sottolineata. Il comune del Golfo Paradiso, borgo marinaro con le caratteristiche facciate dipinte, patria di capitani, navigatori e pescatori, oggi importantissima realtà turistica, ha raggiunto la popolazione massima al censimento del 1951 con 9.046 abitanti, da allora un declino demografico molto marcato fino ad arrivare ai 5.022 abitanti del censimento ottobre 2021: circa 4.000 abitanti in meno, in media 600 in meno ogni decennio e 60 in meno ogni anno. Le cose non sono migliorate negli ultimi anni, al 1 gennaio 2025 gli abitanti anagraficamente residenti sono 4.874, quasi la metà rispetto all’immediato dopoguerra.

Non diversamente dagli altri centri costieri Camogli vive negli anni del boom economico una preservazione attenta del territorio, ma anche una progressiva marginalizzazione dell’economia marittima e agricola. Gli abitanti vivevano di pesca e di trasporto e commercio marittimi, mentre i versanti ripidi attorno al borgo erano coltivati ad ulivo e ad orto domestico e davano sostentamento a numerose famiglie che si organizzavano in numerose frazioni. La rottura storica avvenuta dopo la seconda guerra mondiale ha modificato profondamente anche i destini di Camogli: le attività marinare ed agricole praticate dai locali sono divenute sempre più marginali e il turismo diventa occasione di sviluppo che, provvidenzialmente, va a sostituire le attività tradizionali ormai poco (o sempre meno) remunerative.

Si assiste ad un progressivo e costante abbandono del territorio comunale da parte dei residenti e negli ultimi 50 anni molte giovani e nuove famiglie si sono spostate a Recco, Rapallo o Genova, anche molti lavoratori del settore turistico risiedono fuori Camogli, quote di patrimonio abitativo sono progressivamente passate al mercato delle seconde case (per genovesi e milanesi di elevate classe sociale) e degli affitti brevi, in centro come nelle zone collinari circostanti. Camogli è sempre più simile a Santa Margherita Ligure, altra cittadina della riviera di levante in continuo calo di residenti, forse si potrebbe quasi paragonare a Portofino. Mentre in Liguria, a livello regionale, la popolazione cresce (leggermente) per afflusso di nuovi immigrati, molte realtà turistiche devono fare i conti con una struttura demografica sempre più debole. Si tratta di un problema complesso, forse scomodo, si parla molto di Portofino, ma anche Camogli soffre ma nonostante tutto “sabbo a Camoggi, domenega a Zena”

*Francesco Gastaldi Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia

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