
C'è la sanità, il mondo del trasporto pubblico, i lavoratori del comparto pubblico e anche gli agenti della polizia locale, delle aziende di logistica e non solo. I lavoratori della Cgil sono scesi in piazza per dire no alla legge di Bilancio messa in campo dal governo Meloni. Da tutta la Liguria sono arrivati a Genova per un corteo partito dalla Stazione Marittima e arrivato davanti alla Prefettura in largo Lanfranco. Una giornata di sciopero generale con ripercussioni sul servizio di trasporto pubblico e della sanità ma anche della scuola. Nel mirino di chi è sceso in piazza anche la riforma della sanità approvata mercoledì in Regione Liguria. Gli agenti della polizia locale hanno regolato il traffico mettendo in atto le deviazioni durante il corteo.
La manifestazione regionale che si è svolta a Genova ha visto confluire nel corteo le delegazioni provenienti da tutte le province liguri. In piazza a Genova anche il segretario nazionale della Cgil Pino Gesmundo. "I lavoratori non si rassegnano a una condizione del Paese nel quale i temi del lavoro, della libertà, della democrazia sono derubricati e messi in secondo piano, un Paese nel quale non si racconta la verità sulla condizione dei lavoratori. C'è una finanziaria che non dà nessun tipo di risposta sul piano industriale, sociale, economico e quindi noi siamo qui a dire che non siamo d'accordo, che vogliamo modificarla".
Genova in queste settimane ha visto la manifestazione prolungata da parte dei lavoratori dell'ex Ilva che hanno ottenuto un'apertura sul proseguo della lavorazione della zincatura all'interno dello stabilimento di Cornigliano: "Senza acciaio non si fa industria - ha ricordato Gesmundo -. E noi dobbiamo difendere questo asset industriale, come dobbiamo difendere gli asset industriali del Paese tutti in declino: penso all'automotive, penso alla moda, penso al sistema della chimica di base. Un sistema industriale che sta crollando, da 33 mesi un declino inesorabile. Le risposte del governo non ci sono, per fortuna ci sono i lavoratori a richiamare alle responsabilità il governo".
Davanti alla prefetturahanno preso la parola Armando Palombo delegato Fiom ex Ilva e Giorgia Carozzo infermiera e delegata Fp Cgil La Spezia.
Le richieste della Cgil sono chiare: aumentare salari e pensioni, rinnovare i contratti scaduti, fermare l’innalzamento dell’età pensionabile, dire no al riarmo e investire su sanità e istruzione, contrastare la precarietà, vere politiche industriali e del terziario, per una riforma fiscale equa e progressiva.
Per la Cgil “i lavoratori e le lavoratrici, pensionate e pensionati si sono trovati negli ultimi tre anni a pagare 25 miliardi di tasse in più a causa del drenaggio fiscale conseguente alla mancata indicizzazione dell’Irpef. Si va dai 700 euro di perdita netta per un reddito da 20.000 euro, ai 2.000 euro di perdita per un reddito da 35 mila euro. Questa clamorosa ingiustizia fiscale penalizza i soli redditi fissi (non chi è in flat tax, non le rendite, non i profitti). È un meccanismo che va assolutamente fermato”.
In piazza anche i lavoratori del trasporto pubblico, preoccupa soprattutto la situazione di Amt: "Speriamo si arrivi presto a una soluzione positiva e che a pagare gli errori fatti da amministratori e dirigenti non siano i lavoratori". Tra i manifestanti anche chi è impiegato nel settore della logistica portuale. La richiesta è sempre la stessa: stipendi più alti per contrastare l'inflazione.
Anche una rappresentanza dei lavoratori della Asl2 savonese è andata in corteo: "Nel nostro comparto c'è il problema del personale, ci sono pochi infermieri e diventa difficile gestire tutto - racconta una lavoratrice -. Inoltre da noi l'età media del personale è di oltre 50 anni e questo crea a cascata altri problemi".
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