
Gentile Assessore Ferrante,
Ho letto le sue dichiarazioni alla nostra giornalista Aurora Bottino dove parla dell'ipotesi per cui "nel 2026 potrebbero chiudere ponti e impalcati" e la richiesta di destinare 40 milioni dei ristori del ponte Morandi per risolvere questa situazione davvero problematica per tutti i cittadini. Che siano di centro, di destra o di sinistra, lavoratori e imprenditori o impiegati.
Genova, dal 2026 potrebbero chiudere impalcati e ponti: ecco perché
Innanzitutto questo tema merita che tutti insieme lavoriamo per trovare delle soluzioni, Comune, Regione, Governo, organi di informazione e ogni altro soggetto che abbia un ruolo incisivo sul territorio.
Penso che sappia quanto ho contrastato e quanto io non mi fidi ancora oggi di società Autostrade, ma in questo caso, forse, le decisioni non dipendono da loro. Io feci un commento dove spiegavo che forse sarebbe meglio utilizzare “il miliardo di euro” dedicato al tunnel Subportuale ad altre opere, ma ogni variazione all’accordo sottoscritto dei ristori deve essere oggetto di una modifica dell’accordo stesso, sottoscritto oltre che da Autostrade anche dagli altri firmatari: Comune di Genova, Regione Liguria e Autorità Portuale.
Quindi al momento mi permetta di dirle che ritengo non sia proprio possibile neanche ridestinare i 40 milioni da lei citati, che non sono mai stati previsti per tale finalità.
Dalle notizie che ho raccolto, il tema peraltro sembra molto più complesso. Perché se parliamo di 600 tra ponti e impalcati, considerando anche 1 milione a impalcato si dovranno prevedere importi di qualche centinaio di milioni nei prossimi anni.
La sopraelevata, peraltro, ha sicuramente necessità di controlli e di lavori presumibilmente, e questo a prescindere da come andrà avanti il progetto del tunnel Subportuale, del quale non si conosce una data di consegna reale ne quando sarà’ realmente operativo e transitabile.
Visto che il tema riguarda non solo Genova ma anche altre città italiane, il problema deve riguardare a mio giudizio lo Stato, che deve farsi carico di affrontare le opere di “messa in sicurezza” dei Comuni, peraltro facendo valutazioni non di ripartizione per abitanti o di altro genere ma valutando proprio precisamente quanti ponti e impalcati ci sono in ogni città che farà richiesta. A questo si deve aggiungere se le città in questione hanno una importanza strategica nazionale come Genova, che è un porto di rilevanza addirittura internazionale.
Siamo disponibili assessore Ferrante, come Primocanale ma anche io personalmente, a dare ampio spazio a un dibattito costruttivo su questa tematica di enorme interesse per il futuro di Genova. Invitiamo anche Ministero, la passata amministrazione, la Regione e ogni altro soggetto che abbia un ruolo strategico in città a proporre soluzioni.
Restiamo a sua disposizione a lei e del suo assessorato, che deve gestire questa complessa situazione.
*Maurizio Rossi, editore di Primocanale e senatore della XVII legislatura e Membro della commissione trasporti del Senato
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