
Poche ore e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sarà a Genova per parlare con le istituzioni della città e della Liguria, con i sindacati, con i comitati e non solo. Una visita che serve a fare chiarezza su quelle che sono intenzioni del governo legate al futuro dell'ex Ilva. C'è un piano di decarbonizzazione per l'impianto di Taranto che prevede la realizzazione di tre forni elettrici e c'è l'opzione anche per eventualmente realizzare un forno elettrico nello stabilimento di Cornigliano.
Il 12 agosto scorso è stata firmata una bozza sull'intesa per la decarbonizzazione degli impianti dell'ex Ilva di Taranto. Tra le novità dell'accordo, messo nero su bianco, c'è anche l'opzione, per chi parteciperà al bando di gara per l'assegnazione degli impianti, per presentare una solo per gli impianti del Nord (Genova, Novi Ligure e Racconigi) da Taranto. Situazione che aprirebbe la strada al divorzio tra Genova e Taranto. Proprio a Genova si è acceso il dibattito sull'ipotesi spezzatino ma anche e soprattutto sulle conseguenze ambientali legate alla presenza di un forno elettrico a Cornigliano.
Forno elettrico a Cornigliano: il dibattito di Primocanale - Clicca qui
Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria spiega: “E’ chiaro che l’arrivo del ministro Urso a Genova deve rappresentare un momento di chiarezza sul futuro dello stabilimento di Cornigliano anche alla luce di quello che accadrà a metà settembre quando saranno ufficializzate le manifestazioni di interesse. Bisogna capire se Genova può avere un autonomia di produzione all’interno del gruppo siderurgico più grande d’Europa o meno. Come Fim Cisl diciamo no allo spezzatino, perché la forza del gruppo più grande d’Europa con 8 milioni di Tonnellate di acciaio prodotte da sicuramente un peso importante nel mercato".
E ancora: "Ci vogliono però delle garanzie chiare per il futuro della siderurgia nel nostro paese con un piano industriale serio e il governo deve essere protagonista anche dopo l’eventuale assegnazione della gara e non sono negoziabili due aspetti: la garanzia della tutela occupazionale e ambientale e la certezza che la priorità deve essere il rilancio della siderurgia attraverso la valorizzazione delle aree che devono avere quella specifica mission”, conclude il segretario generale Fim Cisl Liguria.
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