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Due date centrali per capire quale sarà il futuro dello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano: il 4 settembre l'arrivo in città del ministro Urso, il 15 il termine per la presentazione delle offerte di interesse
3 minuti e 6 secondi di lettura
di Andrea Popolano

Due date centrali per capire quale sarà il futuro dello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano. La prima è quella del 4 settembre quando il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sarà a Genova per spiegare nel dettaglio il progetto specifico per Genova. La seconda data cerchiata di rosso nel calendario è quella del 15 settembre, giorno in cui scadrà il termine ultimo per presentare le offerte di interesse di chi vuole acquisire il gruppo siderurgico. Poi potrà iniziare l'analisi dei piani proposti. Per questo le parti hanno deciso di incontrarsi dopo quella data per avere il tempo tecnico di valutare le opzioni in base a quello che verrà proposto.  

Ma la novità portata dall'incontro a Roma tra i rappresentanti del Governo, gli enti locali pugliesi e i sindacati riguarda il percorso di decarbonizzazione ora diventato obbligatorio dello stabilimento di Taranto per chi vorrà acquisire l'asset siderurgico. Ma l'altro aspetto cruciale, questa volta per Genova, è che per la prima volta viene messo nero su bianco che è anche possibile che si presentino investitori interessati al solo acquisto degli impianti del Nord Italia (Genova, Novi Ligure e Racconigi) separando la produzione da Taranto. La via prioritaria resta quella del pacchetto unico ma se dovessero arrivare offerte nel complesso migliori per quanto riguarda occupazione e investimenti la scelta del Governo ricadrà sullo spacchettamento Nord-Sud.

A quel punto Genova diventerebbe, con i suoi oltre 900 lavoratori attuali, il polo centrale per la produzione nel Nord Italia di fatto segnando il distacco da Taranto. Resta aperta l'opzione forno elettrico da due milioni di tonnellate di produzione da realizzare a Cornigliano. Accanto a questo Genova mantiene la sua peculiarità legata alla produzione della banda stagnata (latta per uso alimentare) mentre la zincatura è legata alla produzione per materiale destinati all'automotive e altri settori. Ad oggi a Cornigliano si producono circa 80mila tonnellate di banda stagnata e 250mila di zincatura. La separazione tra i poli potrebbe riaccendere l'interesse per Genova-Novi Ligure-Racconigi di chi si era presentato alla prima gara come Jindal, Bedrock e la stessa Baku Steel visto i minori costi da affrontare legati alla transizione green di Taranto. 

"Per noi l'opzione migliore - spiega Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Genova - è il mantenimento del gruppo unito con un'autonomia importante per il Nord grazie alla realizzazione di un forno elettrico che sia in grado di alimentare tutti gli impianti del Nord Italia. Il ministro Urso ha ribadito la volontà di proseguire con l'ipotesi di un forno elettrico a Genova. Dopo l'incontro di Roma è rimasto vago il nodo legato al dri (preridotto) e soprattutto chi mette i soldi per la decarbonizzazione di Taranto. Nel mentre la cordata azera è sparita dai radar".

Per Genova esclusa l'ipotesi di realizzare un impianto dri necessario alla produzione del preridotto, il materiale indispensabile ad alimentare i forni elettrici. La struttura sarebbe troppo alta e andrebbe a interferire sulla traiettoria d'atterraggio degli aerei sulla pista dell'aeroporto Cristoforo Colombo che si trova praticamente accanto. 

"Lo stabilimento di Genova ha bisogno di un rilancio tenendo conto delle sue peculiarità: banda stagnata e zincatura - spiega Christian Venzano, segretario generale della Fim Cisl Liguria -. Per noi è importantissimo che il più grande gruppo siderurgico d'Europa resti unito. Sarebbe anche bene che lo Stato mantenga una percentuale più alta di partecipazione. Quando c'è stato l'interessamento degli azeri questa era del 20%. Il gruppo unito con gli impianti del Nord insieme a Taranto ha un suo potenziale, in caso di divisione bisognerebbe valutare bene nel dettaglio. Ma resterebbero da capire tanti aspetti come l'alimentazione dell'energia necessaria, come questa verrebbe eventualmente trasportata e i relativi costi". 

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