
Sono passati esattamente dieci anni da quel 27 luglio 2015, quando le rotative del Corriere Mercantile si fermarono per l’ultima volta. Con la chiusura del quotidiano si spegneva una delle voci più antiche e autorevoli della stampa italiana: un giornale che per oltre 190 anni aveva raccontato la storia politica, economica, sociale e culturale di Genova e della Liguria con il suo settimo numero La Gazzetta del Lunedì.
Nato per informare i mercanti del porto, divenne presto un baluardo dell’informazione locale, dando spazio non solo ai grandi eventi ma anche alle battaglie civiche, alle storie di quartiere, ai volti sconosciuti che tenevano in piedi la città. Era il giornale della Genova laboriosa e concreta, sobria ma non silenziosa.
Fondato nel 1824, il Corriere Mercantile è stato uno dei più longevi giornali italiani. Testimone di rivoluzioni, guerre, boom economici e crisi industriali, ha rappresentato per generazioni di liguri un punto di riferimento quotidiano, in grado di unire l’approfondimento nazionale con uno sguardo attento e competente sul territorio.
La sua chiusura, dovuta a gravi difficoltà economiche, improvvisi cambiamenti di scenari editoriali e al lento ma inesorabile calo delle vendite, è stata un colpo duro non solo per i lavoratori del giornale, ma per l’intera comunità cittadina. In un momento storico in cui l’informazione locale andava sempre più indebolendosi, la fine del Corriere ha rappresentato la perdita di una memoria collettiva e di un presidio di democrazia.
In molti ricordano le sue inchieste sul porto, la cronaca giudiziaria precisa, le pagine culturali attente alle realtà locali, e quel tono sobrio ma mai distaccato, tipico del giornalismo d’altri tempi. Altrettanti ricordano i volti e le firme che hanno costruito l’identità del giornale: cronisti tenaci, editorialisti colti, fotografi capaci di cogliere l’anima della città in uno scatto.
Oggi, a dieci anni di distanza, si moltiplicano sui social i ricordi dei lettori, le testimonianze di ex giornalisti e gli omaggi di chi ha incrociato il Corriere Mercantile lungo il proprio cammino.
La sua scomparsa continua a far riflettere sul ruolo dell’informazione locale, sempre più fragile, ma fondamentale per la tenuta democratica e per il senso di comunità. Perché un giornale non è solo un’impresa editoriale: è un archivio di identità, un testimone del tempo, un legame tra cittadini. Ma nessuno è riuscito, o ha voluto, a salvarlo dieci anni fa e nessuno ha provato realmente a riportarlo "In vita".
Il Corriere Mercantile non c’è più da dieci anni. Ma chi ha sfogliato le sue pagine, chi ci ha lavorato, chi l’ha amato — continua a sentirne la mancanza. E questo, forse, è il segno più forte del suo valore.
IL COMMENTO
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