
Gli scenari internazionali con i dazi degli Stati Uniti e le perplessità legate alle dinamiche geopolitiche di guerra nell'Est Europa e in Medio Oriente preoccupano le medie imprese della Liguria. Tutto sommato il sistema economico delle realtà liguri regge e segue il trend nazionale che prevede una crescita per il 2025 del 2,2% del fatturato totale con un export in crescita del 2,8% rispetto al 2024. La grande preoccupazione è però legata all'aumento del costo dell'energia. Sono questi i dati emersi dal rapporto sulle Medie Imprese Industriali Italiane realizzato da Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Area Studi Mediobanca è stato presentato a Genova al Palazzo della Borsa. Secondo le analisi in Liguria il 60% delle medie imprese è concentrato a Genova e creano un fatturato di 937 milioni di euro che rappresenta il 61% del Pil regionale. Secondo le previsioni per il 30% delle imprese i dazi avranno una ricaduta a livello economico sulle proprie attività e il 70% teme la concorrenza delle realtà con quotate in Borsa con media capitalizzazione nel mercato.
"Oggi le medie imprese sono per produttività, fatturato e occupazione la punta di diamante dell'industria italiana, in uno scenario internazionale ogni giorno più incerto e mutevole", sottolinea Luigi Attanasio, presidente della Camera di Commercio di Genova. "Per Genova e la Liguria la sfida è creare le condizioni perché le piccole e medie imprese di oggi possano crescere, consolidarsi e diventare il perno di un sistema economico equilibrato e competitivo. Per questo la Camera di Commercio di Genova ha scelto di investire in attività di promozione della cultura finanziaria e orientamento all'impresa in tema di internazionalizzazione, doppia transizione (digitale e sostenibile) e innovazione".
Secondo le analisi in Liguria nel 2025 il costo dell'energia subirà un aumento per le imprese di 251 milioni di euro con un +19,2% rispetto all'anno scorso. L'aumento del costo dell'energia è un tema drammatico - spiega Giuseppe Molinari, presidente dell'Istituto statistico Guglielmo Tagliacarne che con Mediobanca si è occupato del report -. Ci sono cose che possono essere fatte uscendo una logica speculativa come quello che sta facendo la Borsa di Amsterdam che sta dando un impulso speculativo. L'Italia è il paese che ha il costo più alto dell'energia rispetto agli Paesi, si parla del 15-20% in più, alcuni dicono anche il 30%". Per Molinari a fare più paura di dazi e delle guerre è soprattutto "l'incertezza". "Gli imprenditori dicono che il capitale umano è la prima fonte, è il primo antidoto contro le incertezze prima ancora del capitale tecnologico e del capitale finanziario. Se anche tutte queste minacce possono sembrare esogene, noi come tessuto imprenditoriale italiano, possiamo fare la differenza puntando su innovazione, ricerca e mantenendo alto il valore del made in Italy".
Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova e membro della giunta della Camera di Commercio di Genova analizza il tema del costo dell'energia: "E' un problema che non si risolve magicamente. Non si risolverà neanche nel breve e medio termine perché è un problema molto complesso che è figlio di scelte passate. L'Italia ha fatto la scelta del gas. Abbiamo fatto termovalorizzatori come se piovesse, tutte le centrali dell'Enel vecchio combustibile sono state convertite a gas e sono dei bestioni. Ci è andata bene per tanto tempo. Oggi per la forte dipendenza del gas paghiamo un prezzo. Basta confrontare con gli altri paesi dove chi ha più gas paga l'energia di più. Come possiamo sopperire? Facendo migrare un po' di gas sulle rinnovabili. Le rinnovabili è giusto farle, ma si deve investire anche nella rete. Non basta mettere gli impianti eolici e solari se poi non fai gli investimenti nella rete sennò poi succedono dei disastri". Ma la soluzione per il presidente di Confindustria si trova anche nel nucleare, qualcunque esso sia. "La fusione magicamente risolverà tutti i problemi, ma qualcuno dice che è inutile illudersi perché lo vedremo fra 50 anni. È una transizione lunga da mettersi cuore in pace".
"Costi dell'energia e mismatch sono certamente un problema per le medie imprese industriali, che peraltro confermano anche quest'anno di essere un segmento altamente competitivo del sistema produttivo nazionale" ha detto Andrea Prete, presidente di Unioncamere. "Speriamo che le incertezze del contesto internazionale non creino shock che penalizzino questi campioni del made in Italy"".
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