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L'obiettivo segnato nel calendario è arrivare al 2030 con la Liguria capace di aggiungere come produzione elettrica in arrivo dalle fonti rinnovabili un gigawatt. Un gigawatt equivale a un miliardo di watt. Per capire quanto è nella quotidianità basta fare alcuni esempio. Con un gigawatt si può fornire energia a una città con circa 750 mila abitanti; oppure far funzionare impianti industriali energivori come acciaierie, fonderie di alluminio o grandi complessi chimici che richiedono quantità significative di potenza; o ancora alimentare sistemi di trasporto elettrificati su larga scala come reti ferroviarie ad alta velocità o flotte di veicoli elettrici in una grande area metropolitana.
Oggi i numeri non premiano la Liguria che in tema di produzioni da rinnovabili risulta essere ancora indietro rispetto alle altre regioni. Secondo i dati forniti da Legambiente se l'Italia ha un ritardo di otto anni sugli obiettivi del 2030, la Liguria registra un ritardo stimato di 14 anni. E anche se si parla di consumo di energia dalle rinnovabili rispetto ai consumi totali la Liguria non se la passa benissimo, secondo i dati Terna (del 2023) la produzione totale è di 1,880 terawatt all'ora, di questi circa il 31,9% arriva da fonti green con la Liguria tredicesima su venti regioni. La prima in classifica è la Valle d'Aosta col 97% di produzione green. L'Umbria viaggia sull'80%, la Campania il 54%, la Sicilia è in linea con la Liguria al 33%.
"È vero che la Liguria è la regione con meno potenza installata dalle rinnovabili rispetto a tutta Italia ma bisogna dire anche per autoconsumo di energie rinnovabili - spiega Jacopo Riccardi, dirigente Regione Liguria settore Energia -. Certamente servono impianti nuovi sia diffusi che concentrati. Per quanto riguarda la pianificazione serve trovare il giusto equilibrio tra l'inserimento nel paesaggio di impianti, la tutela territoriale e il coinvolgimento delle comunità. Questo è un aspetto determinante per raggiungere gli obiettivi dettati a livello comunitari". Oggi l'88% della produzione elettrica in Liguria arriva dal termoelettrico, il 5,5% dall'eolico, il 3,8% dal fotovoltaico e il 2,5% dall'idroelettrico.
Secondo i dati fotovoltaico, eolico e idroelettrico sono le principali fonti di produzione di energia green in Liguria. Tra le politiche regionali a sostegno della rivoluzione green c'è il Bando Fesr 2021-2027 con il quale si stanziano 8 milioni di euro destinati a migliorare l'autonomia energetica degli edifici pubblici, a uso pubblico e che mira a sostenere l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. "Altri quattro milioni sono poi destinati agli edifici pubblici delle aree interne" spiega Riccardi.
Rispetto ad altre realtà territoriali la Liguria paga anche la sua conformazione. "La non idoneità non è una preclusione - precisa l'esperto del settore Energia di Regione Liguria -. La Liguria ha una conformazione peculiare e il raggiungimento di quel gigawatt è molto più impegnativo (da raggiungere ndr) rispetto a quello che potrebbe essere per una regione pianeggiante che può contare su diversi spazi".
E allora cosa sfruttare per andare avanti da questo punto di vista? "Certamente gli spazi a terra devono essere preservati e tutelati, si deve invece lavorare sulle coperture delle aree già in qualche modo compromesse come cave, aree industriali e aree da bonificare: tutte queste saranno, insieme alle Cer (comunità energetiche rinnovabili) il primo volano per un sistema energetico più positivo" spiega Riccardi.
Nel mentre in Liguria si sta lavorando per l'apertura di una un ufficio online che possa supportare le necessità di enti pubblici e privati che vogliono puntare sull'introduzione di impianti rinnovabili.
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