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La Liguria dopo aver avuto in corsa due candidati resta con il cerino in mano. Un'occasione persa
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GENOVA - Alla fine è andata come avevamo immaginato. Dall'avere ben due candidati alla presidenza di Confindustria la Liguria si ritrova perdente per buona pace dell'imprenditore modenese Emanuele Orsini che a questo punto ha la strada spianata.

Con una lunga lettera Edoardo Garrone ha annunciato a sorpresa di lasciare la corsa per la presidenza di Confindustria provocando l'ennesimo scossone nei corridoi di Viale dell’Astronomia. "Per una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall'inizio". 

Dopo "forti fratture e forti tensioni", a Confindustria "non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di 'impegni o scambi' eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili", scrive Edoardo Garrone annunciando un passo indietro nella corsa alla presidenza.

Di fatto Garrone fa riferimento agli scontri che si sono accesi nelle ultime settimane e al caso dell’esclusione dalla competizione del presidente di Federacciai Antonio Gozzi. Il numero uno di Duferco non aveva gradito il metodo con cui i probiviri di Confindustria lo avevano estromesso dalla competizione. (LEGGI QUI). Gozzi aveva anche pensato a fare ricorso per poi rinunciarvi.

Non va dimenticato che il primo a scendere in campo era stato proprio Gozzi che, nel dicembre scorso, aveva addirittura ottenuto il via libera del presidente degli industriali della Liguria Giovanni Mondini, cugino di Garrone. Poi dopo soli due giorni lo stesso Garrone era stato convocato a Milano da Emma Marcegaglia che gli aveva proposto la discesa in campo di qui la clamorosa decisione di competere con Gozzi.

Sicuramente molti dei voti di Gozzi sarebbero andati a Orsini e questo probabilmente ha indotto Garrone a fare un passo indietro. Gli ultimi rumors davano l'imprenditore emiliano in vantaggio di una decina di vot.
Alla fine la Liguria, come avevamo previsto a Primocanale e come aveva scritto in un editoriale il nostro Franco Manzitti, dall'avere due candidati in lizza si è ritrovata con il cerino in mano. Peccato.

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