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Antonio Gozzi è fatto così. Parla lentamente, raramente alza i toni ma quando si arrabbia si arrabbia. E così chi lo conosce bene non è rimasto sorpreso dalla reazione che ha avuto dopo l'esclusione dalla corsa alla poltrona più importante di Confindustria. 

"Dobbiamo capire le motivazioni per le quali le delibere di associazioni territoriali e settoriali molto importanti non sono state considerate idonee - spiega il leader di Federacciai -. Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare, non tanto il mio diritto, quanto di tutti coloro che mi hanno espresso consenso in queste settimane e in questi mesi. C'è un pezzo importantissimo di manifattura italiana che non ha avuto l'opportunità di votare un candidato, quando lo statuto consente che i candidati siano fino a tre".

Gozzi sarebbe salito al 16% con preferenze tardive, comunque non abbastanza per centrare la soglia del 20 che ha portato Garrone e Orsini al voto finale. Lui rivendica il 25 e chiede la riammissione.

I probiviri di Confindustria aveva risposto alla lettera di Gozzi facendo capire che non ci sarebbero i margini per un ricorso. A questo punto non resta che aspettare la decisione dell'industriale che potrebbe anche rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale il che rallenterebbe la fase di elezione del nuovo presidente. Ad essere messe in discussione sono le stesse regole di funzionamento dell’associazione per quanto riguarda l’elezione del presidente ma soprattutto è emerso cosa si nasconda tra i corridoi di via dell'Astronomia.

E dire che qualche settimana fa i candidati erano stati invitati a non rilasciare interviste e dichiarazioni e a non partecipare ad assemblee pubbliche. "Vi chiediamo massima attenzione alla riservatezza“. Poi però sono bastati di "campagna elettorale" per far emergere polemiche, veleni e colpi bassi.

Ieri in un clima piuttosto teso i 182 membri del consiglio hanno ascoltato i discorsi programmatici dei due candidati ammessi al voto finale del prossimo 4 aprile, cioè il presidente di Erg Edoardo Garrone e il vicepresidente uscente e imprenditore del legno Emanuele Orsini. Chissà chi la spunterà. E intanto Gozzi resta sullo sfondo. Nubi sul cielo di Confindustria.