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"Ognuno ha diritto di far valere le proprie ragioni, ma alla fine deve prevalere lo spirito di squadra. E la mia Liguria dev'essere la prima ad averlo chiaro di fronte alla competizione tra Garrone e Orsini" ha detto il governatore
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GENOVA - "In questo momento più che mai a Confindustria serve una leadership forte e autorevole, che sappia recitare un ruolo strategico nel processo di competitività e modernizzazione del Paese". Lo spiega il governatore della Liguria Giovanni Toti, che segue molto da vicino il dossier Confindustria, in un'intervista a Repubblica.

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"Ognuno ha diritto di far valere le proprie ragioni, ma alla fine deve prevalere lo spirito di squadra. E la mia Liguria dev'essere la prima ad averlo chiaro di fronte alla competizione tra Garrone e Orsini", prosegue.

"Senza nulla togliere agli ultimi presidenti, Boccia e Bonomi, quelle di Garrone e Gozzi sono state due candidature autorevoli rappresentanti della grande industria, sia tradizionale che dell'innovazione, basti pensare ai gruppi, Erg e Duferco, che rappresentano", spiega ancora Toti che sottolinea come da presidente della Liguria il suo auspicio è che "il prossimo presidente di Confindustria sia ligure".

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Questo infatti "sarebbe anche un riconoscimento al percorso di sviluppo economico che questa regione ha intrapreso dalla ricostruzione del ponte di Genova in avanti - sottolinea - . L'altra considerazione, fondante per tutti credo, è che non sarebbe una buona partenza in un momento in cui il sistema paese ha bisogno di trovare equilibri più avanzati, iniziare con una guerra senza quartiere. E non sarebbe neppure un buon esempio nei confronti della politica e dei cittadini".

"Personalmente, in questi mesi avrei gradito una presa di posizione netta da parte degli industriali sul rigassificatore in Liguria, ma non è mai arrivata, mentre si erano levate alte e forti le proteste per gli extracosti di gas e energia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina", conclude.