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Il titolare del bar in piazzetta parla della divisione che si è creata in paese dopo la denuncia di Maurizio Raggio a carico del sindaco Matteo Viacava per le modalità di modifica al piano urbanistico comunale
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PORTOFINO - Ugo è un simbolo di Portofino: capelli bianchi, titolare dello storico bar in piazzetta, spumeggiante, risiede in una casa dove il mare pare di toccarlo allungando una mano dalla finestra. Lui è uno di quelli che a Portofino vivono 365 giorni all'anno "e saremo in 100, in quanti vuoi?". Guai a chiedergli se sta dalla parte del sindaco Matteo Viacava o di Raggio, Maurizio Raggio, tornato in paese con un progetto e una denuncia a carico del sindaco (LEGGI QUI) "Io sto dalla parte del buon senso, se si può fare qualcosa si farà, se non si può fare non si farà. Raggio ovviamente vuole investire, come tutti noi, ha una proprietà e vuole realizzarci qualcosa ma se si potrà fare o no, si vedrà".

Che qualcosa si stia muovendo nell'aria lo ammette ma "sarà la magistratura a decidere tutto, anche se con i suoi tempi, passeranno dieci anni e cadrà tutto nel vuoto" è il senso del suo discorso, riferito prima di tutto alla questione delle borse taroccate vendute nel negozio di proprietà del sindaco Matteo Viacava "ma lui non sapeva mica nulla, non ha certo tempo di occuparsi di borsette... ma le pare, Matteo che sta dietro alla borsette?". A preoccuparlo non è tanto il progetto di Maurizio Raggio (LEGGI QUI) quanto i grandi gruppi, i grandi marchi della moda "che si stanno comprando tutta Portofino e non solo, guardi il Carillon di Paraggi. Qui finisce che fra qualche anno tutti i portofinesi saranno spariti".