GENOVA - Sul bacino del Comune ci sono più di 1400 migranti iscritti alle scuole di italiano. Uno step necessario all'integrazione di chi arriva, qualsiasi sia la sua nazionalità, su suolo italiano.
I dati di Genova Solidale sono chiari: a Sestri Ponente sono circa 550 iscritti attualmente e una cinquantina di ragazzi come doposcuola oltre che 55 insegnanti volontari. A Borgoratti ci sono una cinquantina di migranti iscritti e cinque insegnanti. La scuola di italiano nel centro storico e il Circolo operaio di Staglieno che si svolge all'Emporio solidale conta più di 100 iscritti e dodici insegnanti. Poi la scuola di italiano a Sampierdarena. Come dati si superano i 750 iscritti in rotazione, con più di 40 insegnanti tra la Società universale dove le classi sono femminili, al Don Bosco con tre aule maschili e al Circolo operaio con sette aule, sia maschili che femminili.
 
A spiegarlo a Primocanale è Luca Bonfiglio di Genova Solidale. "Questi ragazzi provengono dai Cas (centri di accoglienza straordinaria) di Genova, soprattutto dalla Croce Bianca con cui abbiamo attivato una partnership di volontariato come con il Don Bosco, cercando di dare la possibilità a questi ragazzi di imparare nel miglior modo possibile i rudimenti della lingua italiana, che è il primo passo per l'integrazione".
"Integrazione che loro vogliono perché loro vogliono imparare e lavorare. Sono ottimi studenti che si presentano praticamente sempre, anche prima degli insegnanti a volte. Il loro problema chiaramente poi è quello effettivamente di trovare un lavoro".
"Il problema è burocratico e cioè avere il permesso di soggiorno o comunque sia il codice fiscale, così da poter avviare il processo lavorativo. Tutti vogliono lavorare e pochissimi abbandonano le scuole - continua Bonfiglio -. Gli attestati scolastici vengono dati a tutti dopo almeno sei mesi di attività scolastica - continua Bonfiglio -. Ovviamente questo non serve per quanto riguarda il permesso di soggiorno, ma serve per i rudimenti della lingua italiana. Cioè questi ragazzi devono imparare l'italiano. Una volta imparato l'italiano c'è possibilità anche di scolarizzazione successiva".
"Ovviamente vogliono lavorare perché è inevitabile che sia così. Le fabbriche genovesi, la sanità e la distribuzione alimentare ha tanta richiesta e questi ragazzi sono disponibili. Ovviamente se ci fossero dei corsi specializzati questa cosa potrebbe essere avviata più velocemente. Genova Solidale è impegnata in questo come è impegnata nelle raccolte alimentari o nel problema casa con il Sunia".
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