Ex Ilva, cresce la tensione. Invitalia avrebbe inviato una comunicazione ad Acciaierie d’Italia e Acciaierie d’Italia Holding per esprimere la “grande preoccupazione se fossero fondate le notizie circa un eventuale spegnimento degli impianti, con le gravissime conseguenze, potenzialmente disastrose e irreversibili, in particolare per i lavoratori, per i fornitori, oltre che naturalmente per la continuità aziendale”.
Secondo fonti sindacali, nelle ultime ore è stato deciso di abbassare ulteriormente la carica dell’unico altoforno attualmente in marcia, peraltro già ridotta, e si sta avviando anche la fermata delle batterie 7- 8. Operazioni che secondo i sindacalisti «rappresentano di fatto la chiusura definitiva della fabbrica». Se ciò dovesse avvenire la sede di Genova non riceverebbe più acciaio da lavorare e sarebbe la fine.
Intanto il Ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso insiste sulla continuità produttiva e sollecita Invitalia e i commissari in amministrazione straordinaria a mettere in atto tutte le azioni necessarie a tale scopo. La prima mossa dei commissari è la richiesta ad Acciaierie d'Italia di una visita ispettiva e di “aggiornamenti urgenti sul funzionamento degli impianti” mentre Invitalia invia una comunicazione per ribadire la necessità della continuità produttiva.
Entro il primo febbraio è attesa una risposta alla lettera che Invitalia ha inviato nei giorni scorsi d Acciaierie d'Italia per chiedere la verifica dei presupposti per avviare le procedure che portano all'amministrazione straordinaria.
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