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In aggiunta a quanto scritto oggi dal Direttore Cantile, desidero chiarire un aspetto che seguo sin dal 2015, quando ero in Commissione trasporti del Senato.

La concessione era noto scadesse nel 2026 e che per normativa comunitaria debba essere messa a gara senza alcun dubbio. Poi il periodo del Covid ha fatto prorogare tutte le concessioni di 3 anni e pertanto ormai la gara dovrà essere espletata entro il 2029. L’attuale compagine sociale vede come azionista industriale, sebbene di minoranza, Aeroporti di Roma, ahinoi i soliti Benetton così legati a Genova e agli innumerevoli guai che hanno creato tra il Ponte Morandi, gallerie che crollano, autostrade che tali non sono fuori dalle normativa di sicurezza europea, costi folli dei pedaggi autostradali.

Aeroporti di Roma dei Benetton è bene che si sappia che è anche proprietaria dell’aeroporto di Nizza. Ho sentito molto spesso parlare di questo conflitto come uno dei motivi che bloccano lo sviluppo del nostro aeroporto di Genova. Ho anche sentito spesso valutare come estromettere i Benetton dal nostro aeroporto, ma senza alcun successo.

Considerando che ogni investimento sull’aeroporto ad oggi avrebbe una scadenza di soli 5 anni è chiaro che nessun nuovo privato oggi entrerebbe nell’azionariato se non a valori bassissimi sapendo che comunque entro breve si dovrà andare a gara e quindi con la possibilità di uscire dalla concessione appena entrati.

C’è stata anche da parte di un azionista la proposta di rinunciare anticipatamente alla concessione in modo da andare a gara anche il prossimo anno e accelerare il processo di nuovi azionisti, chiunque essi siano, in modo da sbloccare investimenti importanti ma da spalmare in qualche decennio. Ma tale decisione doveva essere presa con la totalità dell’azionariato e proprio i Benetton si sarebbero dichiarati contrari per mantenere comunque in una posizione di stallo l’aeroporto di Genova.

Che cosa stia ora pensando il Presidente Lavarello, uomo di notevole esperienza nel trattare operazioni complesse come ha fatto abilmente anche a Cuba durante la dittatura di Fidel Castro, con il quale era riuscito a stabilire rapporti personali, non è dato saperlo.

Sicuramente oggi dopo l’arrivo anche del nuovo direttore ha il controllo della gestione ma sulle strategie da seguire per dare un futuro alla nostra aerostazione nulla trapela. Non possiamo al momento che avere fiducia in lui, se nulla dice è perché è uomo pragmatico e non ha ancora la soluzione per sbloccare questa partita tra azionisti pubblici, i privati Benetton, eventuali nuovi soci industriali e la spada di Damocle della scadenza della concessione e della gara europea del 2029.

Purtroppo al momento l’aeroporto è sotto scacco che però non è “matto”. Ci auguriamo tutti noi genovesi e liguri che il 2024 porti buone notizie per il nostro Cristoforo Colombo.