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GENOVA-"O eri forte o morivi." Genova e la Liguria celebrano il Giorno della Memoria con la testimonianza di Gilberto Salmoni, genovese sopravvissuto al campo di concentramento di Buchenwald.

Il suo ricordo a margine delle celebrazioni ufficiali per il Giorno della Memoria a Palazzo Ducale, solo qualche minuto però, spiega Gilberto, perchè è in partenza: tornerà proprio al campo di "smistamento" dove era stato portato quando era solo un ragazzo. "Oggi sono in partenza per tornare al campo di smistamento dove sono stati in tanti, e anche io. Lì si andava prima di essere poi destinati per Auschwitz o altri campi, come quello dove sono stato io che ha fatto 50 mila vittime. Numero inferiore ai milioni morti ad Auschwitz, ma era comunque un posto molto severo. "

Nel 1944 il girono in cui è stato preso: "Siamo stati catturati ala frontiera svizzera per un errore nostro, o meglio delle guide che ci stavano dicendo dove andare - racconta Salmoni -. Loro ci avevano detto che c'era una casetta, una capanna, poco più in giù, sul lato italiano del confine. Nevicava parecchio, quasi si sprofondava, e eravamo quasi arrivati oltre al confine che ci hanno fatto tornare indietro, in questa capanna. E forse qualcuno ci ha segnalato o ci siamo fatti vedere e ci hanno trovato.

"Sono arrivate tre persone della milizia con il fucile spianato.. mani in alto. Avevo solo 16 anni."

 

Salmoni rammenta con i giornalisti momenti legati al campo di sterminio: "Il mio ricordo più forte è non vedere le SS perchè erano scappate al mattino presto e i prigionieri, che avevano lavorato in una fabbrica di armi, erano armati che arrestavano i soldati tedeschi rimasti al campo o che tentavano di scappare e li facevano andare in un recinto con uno di noi di guardia che impediva che qualcuno potesse entrare e picchiarli. I ricordi brutti li ho cancellati, li ho mandati via."

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