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I giudici amministrativi hanno accolto la richiesta dell'uomo di sospendere i provvedimenti con cui l'Ufficio territoriale del Governo di Genova lo scorso mese gli aveva revocato le misure di accoglienza
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GENOVA - Il Tar della Liguria con un'ordinanza ha stabilito che un cittadino nigeriano richiedente protezione internazionale, con lavoro precario e reddito superiori al valore dell'assegno sociale, può restare nel centro di accoglienza che lo ospita e usufruire di tutte le misure previste per i richiedenti asilo, pagando una quota mensile pari ad 50 euro.

I giudici amministrativi hanno accolto la richiesta dell'uomo di sospendere i provvedimenti con cui l'Ufficio territoriale del Governo di Genova lo scorso mese gli aveva revocato le misure di accoglienza. Il decreto dell'Amministrazione dell'Interno che ha disposto la revoca è fondato sull'accertamento "della disponibilità di mezzi economici sufficienti per via dei guadagni ottenuti nell'anno 2022", superiori all'importo dell'assegno sociale.

"Il ricorrente rappresenta l'esiguità della retribuzione percepita quale dipendente part-time di una cooperativa, lamentando il fatto che l'Amministrazione dell'Interno non gli consenta di rimanere nella struttura ospitante previo versamento di un contributo proporzionale alle sue entrate - spiega l'ordinanza del Tar -. Le censure necessitano dell'approfondimento proprio della sede di merito e nelle more dell'udienza di discussione, l'esecuzione del provvedimento impugnato va sospesa. È necessario acquisire dal ricorrente chiarimenti circa il suo rapporto lavorativo con la società, nonché i relativi contratti di lavoro e buste paga. Si ordina al ricorrente di depositare in giudizio i chiarimenti ed i documenti indicati in motivazione entro il 1° aprile 2024".

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