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GENOVA -  "La Liguria è l'unica regione del Nord Italia che paga meno tasse di quanto riceve in termini di servizi dallo Stato" così il segretario generale Cgil della Liguria Maurizio Calà sottolinea come il disegno di legge Calderoli rischi di penalizzare la Liguria. La Cgil ha organizzato il convegno: 'Autonomia differenziata: no a un disegno sbagliato' che si è svolto presso la Camera di Commercio di Genova.

"Certo che l'idea che l'autonomia differenziata porti alle regioni che la chiedono quel cosiddetto residuo fiscale, cioè "le tasse che paghiamo qui restano qui", è un'idea che non ha cittadinanza nel nostro ordinamento. Contrasta con un bel po' di articoli della Costituzione, e la giurisprudenza costante della Corte Costituzionale" spiega Renato Balduzzi, giurista, professore ordinario di diritto costituzionale ed ex ministro della salute del governo Monti.

"Anche perché le tasse non li pagano i territori ma i singoli percipienti del reddito - ha spiegato l'ex ministro -. Da questo punto di vista, bisognerebbe riuscire a fare un discorso più 'laico' sull'autonomia differenziata: nel senso meno collegato a presupposizioni di tipo ideologico e invece più legato a che cosa significa davvero". L'ex ministro del governo Monti spiega: "Certamente noi abbiamo una Costituzione che dà alle regioni un'autonomia molto alta e che prevede che le singole Regioni possano chiedere specifiche funzioni. Se trasformo queste funzioni in intere materie si crea un disallineamento con lo stesso articolo che prevede l'autonomia differenziata" precisa Balduzzi.

Calà poi sottolinea come il ddl sull'autonomia differenziata rischia di "allargare il divario non solo tra Nord e Sud ma anche all'interno delle stesse regioni. Avremmo dei danni anche nelle regioni del Nord in modo particolare nella Liguria. Si parla sempre di questa idea che il problema è fra Nord e Sud. Abbiamo problemi enormi dalla sanità ai salari. Sono cresciuti i tempi di attesa in maniera incredibile nella sanità Ligure. E abbiamo una condizione bassa dei salari: il 19% dei liguri prende meno di 9 euro l'ora. Sarebbe fondamentale in questo caso il salario minimo. Dunque non è vero che è una questione Nord contro Sud. Ognuno ha i suoi Sud. Anche la Liguria ha degli elementi di fragilità strutturali".

La Cgil sottolinea come la Liguria abbia un residuo fiscale positivo di 1.045 euro pro-capite tra spese ed entrate, unica regione del Nord-Ovest che riceve di più di quanto incassa. A tenere banco, per Cgil, il definanziamento del fondo sanitario nazionale, programmato dal governo Meloni, che passerà dal 6,9% del pil del '21 al 6,1% del pil nel '26. "In Liguria l- secondo i dati elaborati da Marco De Silva (ufficio economico Cgil) - c'è un peggioramento marcato dei tempi delle liste d'attesa su 14 prestazioni sanitarie prese in esame nelle diverse Asl liguri, dal '19 al '23: in Asl1 si assiste a un aumento percentuale dei tempi di attesa nell'85,7% dei casi. In Asl2 92,9%, in Asl3 escluso San Martino e Asl 4 dell'85,7% mentre in Asl5 del 71,4%" . "Bisogna aumentare i fondi nazionali e investire nelle retribuzioni-ha concluso Calà-. Rinnovando i contratti pubblici e andando a prendere i soldi dove ci sono bloccando l'inflazione determinata dagli extra profitti delle aziende che stanno aumentando i costi nonostante i bassi prezzi delle materie prime".