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Cerimonia di benvenuto per le nuove matricole di Unige. "Problema carenza medici non si risolve con con un'apertura generalizzata al primo anno"
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GENOVA - "L'Università di Genova ogni anno oscilla il suo numero di immatricolati tra i 5000 e i 6000. Quest'anno stiamo andando meglio dell'anno scorso, in linea con il risultato che abbiamo avuto due anni fa" spiega il rettore dell'Ateneo genovese Federico Delfino a margine della cerimonia di benvenuto alle nuove matricole.

"Certamente c'è un tema fondamentale che non riguarda solo noi ma tutte le università italiane: quella del calo demografico - precisa ancora il rettore -. È previsto un calo demografico già sensibile nell'anno 2030 quindi bisognerà creare corsi internazionali e bisognerà attrarre sempre di più matricole da fuori regione e bisognerà anche pensare ai grandi contenitori e ai servizi per gli studenti. Mi riferisco alle residenze agli studenti anche qui a Genova questo tema è meno sentito nel senso che a livello di offerta pubblica di posti letto abbiamo sempre risposto in maniera adeguata, per lo meno per gli studenti borsisti, cioè quelli che hanno necessità di sgravi per le difficoltà economiche familiari. Bisogna coinvolgere i privati e bisogna fare progetti in partenariato pubblico e privato. Credo che anche il clima in cui si sta muovendo oggi la società di Genova, cioè un clima di crescita e di risoluzione di problemi infrastrutturali, possa portare anche i gruppi privati a vedere Genova come una città importante dove investire anche sull'università".

Tra i corsi più attrattivi ci sono la nuova laurea sullo sport oltre ai classici filosofia e giurisprudenza che segnano un aumento di iscritti. Ma anche scienze sociali e scienze umanistiche fanno registrare buoni numeri spiega il rettore Delfino così come la politecnica e le scienze matematiche, fisiche e naturali. Cresce anche medicina nonostante i limiti e sugli spazi dedicati alla facoltà spiega: "Stiamo lavorando e sarà pronta per l'inizio dell'anno accademico 2024 con la nuova Aula Magna per Medicina in grado di ospitare questi numeri, sarà dotata di tutte le attrezzature tecnologiche adeguate".

Delfino aggiunge: "Qui a Genova c'è un problema di infrastrutture per la didattica. Stiamo progettando per sanarlo. Purtroppo essendo istituzioni pubbliche ci muoviamo in un perimetro normativo che ci causa una certa lentezza nell'esecuzione dei progetti. Sono convinto che nei prossimi due anni ci sarà un miglioramento da questo punto di vista, in generale un miglioramento anche dei servizi agli studenti. Stiamo ragionando su una 'student card' che possa consentire anche di beneficiare di scontistiche e servizi aggiuntivi sul territorio. Stiamo lavorando a una Genova città universitaria, essendo Genova la sesta città d'Italia come numero di abitanti. Quindi una grande prospettiva che abbiamo e possiamo diventare un grande ambito dell'innovazione del Mediterraneo porta verso il nord Europa e dobbiamo cogliere questa opportunità anche dal lato della formazione e della ricerca.

Ai nuovi iscritti l'invito a vivere l'Università a 360 gradi. Il primo anno molti abbandonano il percorso, circa il 20% a livello nazionale. "Questo è un tema che è legato anche alla transizione scuola-università e quindi occorre un maggiore contatto con le scuole. Stiamo organizzando con il servizio orientamento una giornata e mezza di approfondimenti a novembre proprio con il mondo della scuola. L'ho voluta intitolare Stati generali di scuole università proprio per discutere di come andare a intercettare al meglio la vocazione degli studenti, proprio per saperli indirizzare anche nella loro scelta universitaria. Oggi studiare all'università è fondamentale. Bisogna quindi specializzarsi, unire competenze trasversali, ma bisogna anche scegliere con consapevolezza. A 18 19 anni spesso questa consapevolezza non c'è, quindi c'è bisogno di un aiuto e dobbiamo individuare gli strumenti adeguati nel 2023 per saper parlare agli studenti in questo senso".

A livello nazionale il tema del test di medicina è tornato al centro delle discussioni. Sull'ipotesi di abolire il numero chiuso la posizione del rettore è diversa rispetto a grandi parti dell'opinione pubblica: "Questo è un tema discusso a livello nazionale, ma che come rettori ci vede in una posizione diversa, perché il problema non si risolve - spiega Delfino -. La carenza di medici nelle varie specialità, dove questi mancano, non si risolve con un'apertura generalizzata al primo anno, ma lavorando sulle varie aree di specializzazione. In più c'è un problema infrastrutturale, tutte le università hanno carenze di spazi. Se noi ci troviamo a gestire numeri imponenti senza un numero programmato, ovviamente si crea poi un problema anche di qualità della didattica, quindi bisogna lavorare in modo diverso. Bisogna capire bene quali sono le aree di specialità dove abbiamo necessità di nuovi medici e creare dei percorsi che consentano ai giovani di vedere queste scelte come scelte avvincenti e quindi che consentano a loro quindi di fare una scelta che va nella direzione anche di un servizio alla società" conclude.

Nel corso della cerimonia di benvenuto Emanuele Magi della scuola di scienze matematiche, fisiche e naturali ai ragazzi ha citato una frase di Isaac Asimov all'epoca usata per gli Usa ma che si adatta ai tempi correnti: "C'è un culto dell'ignoranza e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi 'la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza'"