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Record negativo soprattutto a levante.
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Le perdite nella raccolta di olive e nella produzione di olio ligure per la prossima stagione potrebbero raggiungere anche il 70 per cento. Il momento è di grave crisi tanto che Confagricoltura ha scritto alla Regione chiedendo lo stato di calamità naturale. 

"Temiamo di andare incontro a una campagna 2023 nella quale in buona parte della nostra regione ci sarà una perdita tra il 55 e il 70 per cento di produzione rispetto a quella che è stata la produzione dell'anno scorso, che già come entità è stata decisamente inferiore", spiega a Primocanale Andrea Sampietro, Direttore Confagricoltura Liguria.

Che continua: "Siamo di fronte a un triennio di continua digressione per quanto riguarda il dato quantitativo delle olive molite in Liguria e dell'olio prodotto. Questo dato è più marcato nel levulivante e dipende da una serie di cause che abbiamo raccontato in una lettera all'assessore regionale all'agricoltura Alessandro Piana, chiedendo se ci sono gli estremi per la richiesta dello stato di calamità naturale".

L'annata olivicola ligure 2023, soprattutto a Levante infatti, farà segnare nella produzione un record negativo che spaventa tutto il settore. Confagricoltura Liguria ha riunito le sue aziende olivicole: "La carica produttiva rilevata nelle province della Spezia e di Genova - precisa il presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Liguria, Armando Schiffini - si presentava mediamente scarsa già nel mese di giugno, in relazione principalmente allo stress idrico sofferto dalle piante, a partire dalla scorsa stagione, o alla presenza di problemi fitosanitari dell'apparato fogliare".

 

"A questa situazione già di per sé allarmante- prosegue Armando Schiffini - che si delineava ad inizio stagione, si è aggiunta una meteorologia estiva che ha favorito un precoce ed intenso attacco della mosca olearia con le prime punture di ovideposizione accertate già nei primi giorni di luglio". L'infestazione attiva si è protratta per tutta l'estate ed ha causato danni ingenti anche a causa della scarsa carica produttiva.