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Sei casi in dieci giorni in Liguria. Il presidente del consiglio regionale e consigliere della Lega, Gianmarco Medusei: "Sono preoccupato per la situazione che si è venuta a creare negli ultimi giorni"
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GENOVA - Dotare gli agenti della polizia penitenziaria delle pistola taser. È una delle richieste che da più tempo è portata avanti dai sindacati degli agenti penitenziari. Le aggressioni si ripetono da carcere a carcere anche in Liguria.  Negli ultimi 10 giorni nelle carceri della liguria si sono verificati sei casi gravi di aggressione.

Il tema è arrivato anche in consiglio regionale. "Condivido pienamente la richiesta del segretario Regionale del Sappe, Vincenzo Tristaino, che ha chiesto di dotare del taser gli agenti che operano all’interno della casa circondariale della Spezia. Gli agenti di polizia penitenziaria, infatti, devono essere messi in condizione di lavorare con maggior sicurezza e di tutelare al meglio la loro incolumità" dichiara in una nota il presidente del consiglio regionale e consigliere della Lega, Gianmarco Medusei.

La lista di atti violenti è lunga. Il 16 luglio scorso un detenuto del carcere di Genova Marassi ha distrutto il bagno della cella e ha scagliato alcune parti contro i poliziotti, il giorno successivo sempre nella casa circondariale di Marassi un detenuto ha incendiato propria cella ed è stato salvato dai poliziotti. Il 19 luglio una detenuta del carcere femminile di Pontedecimo ha provato a strangolare l'ispettore che le stava accendendo una sigaretta. Due giorno dopo, il 21 luglio, un'altra detenuta del carcere di Pontedecimo ha aggredito un'avvocato a alcune agenti di polizia. Alla Spezia un detenuto ha ha dato fuoco alla cella. Infine il 24 luglio un detenuto ha ferito un ispettore nel carcere di Sanremo con il piede di un tavolo. 

“Sono preoccupato per la situazione che si è venuta a creare negli ultimi giorni all’interno di diverse carceri della Liguria, dove si sta assistendo a un’escalation di violenza da parte dei detenuti - spiega ancora Medusei -. Tutta la mia solidarietà va agli agenti di polizia penitenziaria per l’importante lavoro che svolgono a servizio delle istituzioni, anche a rischio della propria vita".

Il taser è una pistola che emette una scarica elettrica proiettata, a corto raggio, da due dardi collegati all’arma tramite fili conduttori. L’effetto è quello di immobilizzare temporaneamente la persona colpita con lo scopo di neutralizzarla. Gli impulsi elettrici, infatti, provocano una contrazione involontaria dei muscoli. Dai sindacati e dal presidente del consiglio regionale la richiesta di dotare gli agenti della polizia penitenziaria del taser proprio per dare un supporto in più utile a fermare gli atti di violenza che si verificano nelle carceri.