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ROMA - "Ci presenteremo al prossimo incontro del 13 luglio a Roma assolutamente propositivi; pronti a tutelare i nostri territori e i nostri cittadini, contrari ad ipotesi di grandi dighe, ma anche pronti a condividere soluzioni a minor impatto che possano portare benessere e prospettive di miglioramento alle nostre comunità". Il commento scritto dei sindaci Mario Conio ( Taggia), Matteo Orengo ( Badalucco), Mariano Bianchi ( MOntalto - Carpasio) Manuela Sasso ( Molini di Triora) e Massimo di Fazio ( Triora) in merito alla possibile realizzazione di una diga all'altezza di frazioni Glori, opera fortemente contestata dagli stessi e dalla cittadinanza.

" Siamo fortemente contrari a una grande struttura che violenterebbe i nostri territori, i nostri costumi, le nostre abitudini e i nostri paesaggi.
Al contrario, siamo responsabilmente pronti a valutare interventi di minor impatto, capaci di contribuire alla penuria di risorse idriche che in questi ultimi anni abbiamo vissuto. Sia chiaro, non è nostra intenzione perdere risorse economiche così importanti per la valle, ma è fondamentale che ci sia una concertazione fra tutte le istituzioni, compresi noi sindaci, rappresentanti del territorio, per poter dare a queste risorse la miglior destinazione".

Nel documento si fa riferimento anche all'incontro avuto con il vice ministro Edoardo Rixi.  

"Non possiamo che essere confortati dalla propositiva attitudine dimostrata dal Viceministro È fondamentale per noi sapere che non c’è nessuna intenzione di calare dall’alto decisioni sul nostro territorio, e che la possibilità di una grande diga a Glori, o in altre zone della Valle Argentina, è un’opzione da non prendere nemmeno in considerazione.

Non avremmo accettato ipotesi diverse, noi, insieme ai territori che rappresentiamo. È giusto però prendere atto che tale fraintendimento origina non da nostre incomprensioni, ma dai contenuti del Decreto n. 140/2022 dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale. In maniera impropria, a questo punto possiamo dirlo, il documento citava la grande diga di Glori come infrastruttura da riconsiderare.
Sul documento si legge testualmente: 'La nuova ipotesi di progetto della diga Argentina prevede di realizzare lo sbarramento sul torrente sempre in corrispondenza della zona di Glori, ma con un’altezza inferiore (50m come poi indicato sul documento stesso), sostanzialmente riprendendo la posizione originale e prevedendo di sfruttare in parte alcune opere eseguite'.  

La virtuosa collaborazione tra Istituzioni, Comuni in primis, permetterà di evitare scelte errate e non condivise, e indirizzare al meglio le risorse individuate. Il progetto che si proporrà e pianificherà non dovrà essere una ferita per i territori, ma al contrario un elemento di sviluppo e crescita, condiviso, nel rispetto del nostro ambiente, storia e tradizioni.

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