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Il rocker scrive: "L'Emilia Romagna è ferita ma si rialzerà. Guai smettere di sognare"
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Una lettera a Vasco Rossi per incoraggiare i giovani a essere generosi sempre così come sono stati in questi giorni difficili di post alluvione in Romagna. A scriverla è il genovese Nicolo' Anselmi da inizio anno vescovo di Rimini. Un appello in occasione della prima tappa del tour italiano del rocker con 44mila fans che arriveranno nella città romagnola. E la risposta di Vasco non si è fatta attendere.

Monsignor Anselmi, fino alla fine del 2022 vescovo ausiliare di Genova, ha scritto a Vasco parole semplici e piene di significato così come ha sempre fatto con le migliaia di ragazzi che ha incontrato in città. Questo suo modo diretto e senza fronzoli è quello che gli ha fatto conquistare un posto speciale nel cuore di molti.

Per chi lo conosce queste parole schiette non sorprendono e neanche il 'tu' dato a Vasco che ringrazia per questo. Nella lettera racconta la sua vita a Genova, le canzoni di Vasco e De Andrè ("Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende") ma soprattutto il grande cuore dei ragazzi che lui ha sempre sottolineato partendo proprio dall'impegno di tanti ragazzi che in queste settimane sono arrivati da tutta Italia per aiutare. Angeli del fango che lui decine di volte ha accompagnato in Liguria spalando con loro fango ("Giovani che hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione").


Al rocker di Zocca il vescovo Anselmi chiede di incoraggiare i ragazzi "a continuare così, ad essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica ad inserirsi, disponibili a tenere compagnia ad un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto. Se vuoi invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle “Dannate nuvole”.

E poi, sempre citando e parafrasando tre hit di Vasco, il vescovo lo invita a suggerire ai ragazzi di non aver paura di una "vita spericolata" e ad "andare al massimo" nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti. Chi vuol "trovare un senso a questa vita" lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c'è più gioia nel dare che nel ricevere".

Poche ore dopo ecco la risposta di Vasco: "Caro Don Nicolò, grazie per la tua bellissima lettera, mi hanno fatto molto piacere le tue parole così piene di umanità. Ancora di più leggere che abbiamo in comune De Andrè e Genova, ‘Creuza de ma’, il porto di mare che da sempre accoglie gente da tutto il mondo. Che include, mai esclude. Come l’Emilia Romagna, questa terra fantastica e sorridente, ora ferita. Ma si rialzerà. Io sono qui per portare un po’ di gioia, di carica, di solidarietà, i miei due concerti saranno ‘dedicatissimi’ a questa terra che io amo, ci sono nato e so che si rialzerà. Io non sono un gran parlatore, mi esprimo con le canzoni. La mia ‘combriccola’ è diventata un ‘popolo’ sì, ma sempre tutta di gente a posto con dei valori, hanno dei sogni. E poi il duro scontro con la realtà. Io mi limito a raccontare loro quello che ho imparato, che ‘le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano’. A me credono perché sanno che sono sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio affrontarla, guardarla in faccia. Senza naturalmente mai rinunciare a ‘una vita spericolata’, come le star al Roxy bar. Guai smettere di sognare. Mi dicono che tutti ti amano qui a Rimini, che sei un prete, un uomo… Un vescovo di mare, navighi anche tu tra le debolezze dell’uomo, anche tu come Don Gallo, costruisci ponti, non muri. Per me Rimini è come essere a casa, mi ci sono sempre trovato bene. Benvenuto, ben arrivato bentrovato, caro Don Nicolò… e grazie per il tu".


Ecco il testo integrale della lettera del vescovo Nicolo' Anselmi:
"Caro Vasco, mi permetto di darti del ‘tu’ perché, pur senza averti mai incontrato personalmente, ti sento quasi come uno di famiglia. Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende. Volevo darti anch’io il benvenuto nella nostra città migliaia di giovani e adulti ti attendono, alcuni accampati da giorni fuori dallo stadio. Su molti di loro tu eserciti un’influenza potente. In questi giorni tanti ragazzi e giovani si sono generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate della tua, nostra Regione. Sono venuti da tutt’Italia, tanti anche da Rimini: molti di loro li conosco personalmente. Hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti. Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto. Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore. Permettimi ora di dire una ‘cosa da prete’: questi ragazzi e giovani hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione. Se puoi, incoraggiali – magari anche dal fronte del palco del ‘R. Neri’ – a continuare così, ad essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica ad inserirsi, disponibili a tenere compagnia ad un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto. Se vuoi, invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle ‘Dannate nuvole’. Se puoi, suggerisci loro a non aver paura di una ‘vita spericolata’ e ad ‘andare al massimo’ nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti. Chi vuol ‘trovare un senso a questa vita’ lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Ti accompagno con la preghiera".

 

 

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