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GENOVA-Strade semi deserte anche nelle ore di punta, nessuna fila ai semafori, parcheggi liberi e disponibili persino in centro, supermercati poco affollati. E' stato – e sarà così sino ad almeno domenica sera – l'abito indossato durante le feste natalizie da Genova, che agli occhi di chi è rimasto inchiodato sul posto di lavoro è parsa svuotata quasi come se fosse un agosto qualunque. Una situazione che si può spiegare in due modi: effetto positività al covid, con tante persone diligentemente chiuse nel proprio appartamento in isolamento fiduciario sino al sospirato esito di negatività.

Oppure effetto vacanze, con moltissimi genovesi sparpagliati nelle seconde case, al mare o in montagna. A giudicare dagli innumerevoli post sorridenti disinvoltamente pubblicati su Facebook, località come Limone Piemonte, Artesina, San Giacomo di Roburent sono risultate le più gettonate, ma anche Courmayer e Champoluc sono circolate in rete con frequenza. Uno schiaffo alla presunta crisi, insomma, a conferma che a fronte di molti piagnistei spesso la realtà dei genovesi e degli italiani in generale è ben diversa, come peraltro confermano i dati ufficiali, i quali al di là delle sacche di indubbia povertà o semi povertà, parlano di quasi 100 miliardi di risparmi aggiuntivi accumulati da famiglie ed aziende nel 2021. In dodici mesi le riserve tricolori hanno fatto segnare un + 4,83%.

A beneficiare di questo esodo natalizio, parallelo all'aumento dei contagi da Omicron, sono stati coloro che per un motivo o per l'altro sono dovuti restare al loro posto di guardia. Per tutti, comunque, già da lunedì si profila il ritorno alla normalità quotidiana, fatta di code autostradali – il 10 gennaio rifioriscono, si fa per dire, gli inesorabili cantieri sulla rete ligure – autobus sovraffollati, parcheggi introvabili, rallentamenti agli incroci cittadini, mugugni assortiti, lamentazioni sulla crisi economica prodotta dal covid. Il tutto sino alle prossime festività pasquali, quando Genova tornerà a svuotarsi. Per la gioia, si fa per dire, di chi resterà sempre e comunque tristemente imbrigliato nella quotidiana routine cittadina, orfana dei fortunati vacanzieri, benestanti e piangenti.