
ROMA - "Ringrazio i medici ucraini che mi hanno curato, il ministero degli Esteri che mi ha assistito e tutta la redazione di Repubblica, a cominciare dal direttore Maurizio Molinari, che mi sono stati molto vicini in questi giorni difficili". Sono queste le prime parole pronunciate al rientro in Italia dal giornalista genovese Corrado Zunino, ferito da un proiettile sparato da cecchini russi il 26 aprile a Kherson, in Ucraina, nei pressi del ponte Antonovsky. Il giornalista si trovava a Chisinau, in Moldavia, ed è atterrato a Fiumicino, dove è stato accolto dai familiari.
Non c'era stato niente da fare invece per un suo collaboratore, il fixer Bogdan Bitik. "In questi giorni Bogdan è stato definito un giornalista e questo mi rende felice - ha dichiarato -. Bogdan era davvero un bravo giornalista". Secondo Zunino i cecchini hanno voluto colpire i giornalisti, "ci hanno sparato da lontano, probabilmente usando un’ottica e con quella hanno visto la scritta 'press', mirando con precisione", ha raccontato.
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