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A fare il punto della situazione ai microfoni di Primocanale è l'assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone: "Sono 24 i campioni che stiamo analizzando"
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GENOVA -  Acqua inquinata nell'imperiese. Il sindaco di Taggia, Mario Conio, ha emesso una ordinanza che vieta l'uso dell'acqua in via precauzionale per fini alimentari anche previa bollitura. Analogo provvedimento è stato preso dal sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, limitatamente ad alcune frazioni in periferia.

A seguito delle analisi e dei riscontri ricevuti dagli enti, il territorio comunale nel quale è in vigore il divieto assoluto di utilizzo dell'acqua per fini alimentari, anche previa bollitura, è stato però ridotto nel primo pomeriggio: permane per la Regione Periane, Colli, Sorini, Batexe, Sette Monti, Corne e Beuzi

In queste aree l’utilizzo dell’acqua rimane possibile solo ed esclusivamente per fini igienici e non alimentari.

L’acqua è invece potabile e può essere utilizzata normalmente, sia per fini igienici sia alimentari, 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚 𝐧𝐨𝐫𝐝 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐢𝐦𝐢𝐭𝐞𝐫𝐨 e meglio individuato dal perimetro verde della mappa qui allegata e consultabile al seguente link: https://bit.ly/3yynanR .

Nell'acqua sono state trovate quantità elevate di 1,2,3-tricloropropano (TCP). Ma cos'è? È un composto organico la cui formula chimica è: CHCl(CH2Cl)2. È un liquido incolore che viene utilizzato come solvente e in altre applicazioni speciali. L'1,2,3-tricloropropano è prodotto dall'aggiunta di cloro al cloruro di allile. Può anche essere prodotto come sottoprodotto, inoltre viene prodotto in quantità significative come sottoprodotto indesiderato della produzione di altri composti clorurati come l'epicloridrina e il dicloropropene. Storicamente è stato utilizzato come solvente per pitture o vernici, agente pulente e sgrassante e solvente. Viene anche utilizzato come intermedio nella produzione di esafluoropropilene

A fare il punto della situazione ai microfoni di Primocanale è l'assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone. A preoccupare l'entità dell'emergenza, affrontata in diverse fasi: "Il quadro è discretamente complesso, stiamo ovviamente gestendo una prima emergenza che è quella della impossibilità di utilizzare l'acqua di tutti gli acquedotti di Taggia e di una parte collinare al confine di Sanremo, se non per usi igienici e quindi non si può cucinare, non si può bere ed è evidentemente un tema che stiamo gestendo da circa 48 ore".

Sul come quella sostanza sia riuscita ad arrivare nell'acquedotto, oggi si entra nel cuore delle "indagini" grazie alle nuove analisi che Asl ha effettuato ieri. "Questi campionamenti non sono stati effettuati solo sui pozzi incriminati ma anche sulla rete e gli esiti di Arpal di questa mattina - continua Giampedrone -, che ci diranno che si tratta di un caso isolato bene, perchè i pozzi inquinato sono già stati scollegati dal resto della rete. Sarebbe comunque un problema ma contenuto".

Lo scenario potrebbe rivelarsi però anche più grave: "Se invece questa dispersione di questo solvente chimico dovesse trovarsi anche in altre parti della rete e non solo dei pozzi isolati campionati è ovvio che questa situazione potrebbe estendersi e quindi essere un'emergenza molto più significativa di quanto non lo sia già stata fino a ora. Ricordiamo che il bacino di cittadini che non possono usare l'acqua è di circa 20 mila persone.

"Sono 24 i campioni che stiamo analizzando", spiega l'assessore. "Nove sono stati effettuati su altrettanti pozzi. Non parliamo di quelli incriminati ma di quelli limitrofi a quelli che sono stati isolati. Poi ovviamente anche su richiesta della prefettura e condivisa da noi una serie di prelevamenti sulla rete, perché un conto sono i pozzi e un conto ovviamente la rete di distribuzione: da lì cercheremo di capire la portata dell'evento ma anche le cause dell'evento. Se si trattasse di qualcosa di esterno potremmo considerare il fenomeno come contenuto: la magistratura ha comunque iniziato alcuni accertamenti che possa fare luce sulla situazione".

"O magari potrebbe trattarsi di un problema legato alla siccità: se i pozzi sono vuoti poi si inizia a tirar su di tutto, e magari anche questo solvente. In quel caso il quadro si complicherebbe ancor di più".

 

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