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Reduce da un missione alla Spezia contro le missioni della Marina Militare a difesa delle compagnie petrolifere
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GENOVA - È da alcuni giorni attaccata al porto antico la Rainbow Warrior, la nave ammiraglia della flotta di Greenpeace, la Ong reduce da una manifestazione nel porto della Spezia contro le missioni della Marina Militare a difesa delle compagnie petrolifere in Africa e l'utilizzo delle fonti fossili in contrasto con la transizione ecologica.

L'ammiraglia della flotta dell' organizzazione Internazionale ambientalista rimarrà a Genova per circa quindici giorni, a bordo l'equipaggio composto da una ventina di ecologisti di ogni parte del mondo fra cui un'italiana originaria delle Puglie.
I genovesi potranno solo vedere da lontano ma non salire a bordo della nave ecologista perché a causa delle restrizioni anti contagio l'equipaggio è isolato, chiuso in una bolla per evitare contagi.

La nave attraccata al porto antico è la terza dal 1977 quando nacque la prima Rainbow Warrior, un ex peschereccio trasformato in ammiraglia dell'equipaggio ambientalista.
Quella barca venne affondata a Auckland, in Nuova Zelanda, dai servizi segreti francesi infastiditi dalle manifestazioni contro i test nucleari a Mururoa, nell'Oceano Pacifico, nella Polinesia francese. Nell'affondamento morì anche un fotografo freelance dell'equipaggio.
Successivamente nacque una seconda Rainbow Warrior poi trasformata in ospedale da campo in Bangladesh, quindi la terza nave, quella che vediamo al Porto Antico.

Greenpeace è da sempre in prima linea per difendere l'ambiente, combattere la caccia all'orso, alle balene e contro cambiamenti climatici che, è scientificamente provato, sono all'origine di siccità, bombe d'acqua e alluvioni che sempre più spesso funestano le coste italiane in particolare della Liguria e di Genova.
La sosta al Porto Antico della nave è ufficialmente motivata da operazioni di manutenzione, dunque dopo il blitz nel porto della Spezia nessuna manifestazione all'orizzonte.