
Sono arrivate oggi, 24 ore dopo, le parole di grande commozione di Roberto Mancini, il gemello del gol che ha ricordato il suo amico fraterno Gianluca Vialli. "Era un fratellino, come amavo chiamarlo, ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più lasciati", racconta il ct della Nazionale. L'ultimo abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini il 29 dicembre scorso, a Londra, dove Mancini aveva raggiunto il suo compagno di squadra dopo che le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate.
"Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all'ultimo. Abbiamo parlato di tutto e mi ha anche chiesto come fosse andato lo stage di dicembre con i giovani della Nazionale. A pochi giorni dall'addio di Sinisa, ho perso un altro fratello". Questo il racconto del Mancio, a poche ore dalla sua scomparsa. Quella tra i gemelli del gol è stata una lunga storia, fatta di gioie e di dolori. Dalle giovanili azzurre alla Nazionale, passando per la Sampdoria, con la conquista dello scudetto e le due notti di Wembley. "In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l'amarezza, tanti anni fa. Nell'altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa".
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