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La replica del direttore sociosanitario della Asl3 Lorenzo Sampietro: "Il primo bando è andato a vuoto, adottate misure tampone"
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DAVAGNA - "Faccio un appello all'Asl perché trovi una soluzione e ci trovi un medico di famiglia" così a Primocanale il sindaco di Davagna Ivano Chiappe. Da due i medici di base nel piccolo comune dell'alta Val Bisagno si è passati a uno solo, impossibile per lui prendersi in carico tutti i cittadini che gestiva il collega.

Una situazione manifestatasi a partire dal 20 novembre scorso e che crea problematiche alla cittadinanza che fa 'pressione' al primo cittadino affinché si trovi una soluzione. "Uno dei nostri due medici di famiglia ha vinto un concorso e siamo rimasti scoperti. Speriamo ci venga fatto un regalo di Natale per mettere in sicurezza i nostri cittadini sotto l'aspetto socio sanitario. Ci auguriamo che entro la fine dell'anno l'Asl ci dia una risposta" conclude Chiappe.

E la risposta della Asl3 tramite il direttore sociosanitario Lorenzo Sampietro non tarda arrivare: "Abbiamo subito fatto partire un primo bando che però è andato deserto. Ora è partito un secondo bando con scadenza entro 15 giorni. Speriamo che qualcuno si presenti. Questa situazione riflette quella carenza di medici che riguarda tutto il Paese".

I cittadini di Davagna dunque attendono di vedere se qualcuno parteciperà al nuovo bando. Intanto sono già state adottate delle misure tampone utili a limitare la problematica. "Un medico di medicina generale può arrivare a 1500 assistiti - spiega Sampietro -. Noi abbiamo chiesto la deroga per un incremento che permette fino a 1800 assistiti a singolo medico. Il collega presente a Davagna ha accettato. Ci sono comunque altri colleghi che possono accogliere altri assistiti. Certo si tratta di soluzioni temporanee".

Dalla Asl può arrivare la richiesta di deroga ma poi i medici di medicina generale possono scegliere se accettare o meno la deroga che li porta a incrementare il numero di assistiti. Dall'altra parte poi i cittadini possono scegliere liberamente chi indicare come proprio medico di famiglia. "Ci sono diverse situazioni del genere - spiega ancora il direttore sociosanitario della Asl3 -. In accordo con i sindaci della val Trebbia e alta Val Bisagno abbiamo attivato anche dei laboratori di medicina specialistica in modo da compensare a queste difficoltà. Chiaro, non è il medico di fiducia però abbiamo cercato il più possibile di venire incontro ai cittadini. Stiamo sperimentando questa possibilità, chiaramente si tratta di situazioni di compensazione, non è la situazione ottimale" conclude Sampietro.