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Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano l'ex amministratore delegato avrebbe portato in Lussemburgo 7 milioni di euro
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GENOVA - Una serie di movimenti finanziari per portare all'estero il denaro ed evitare di pagare di tasca propria le possibili conseguenze finanziare del processo sul crollo di ponte Morandi e delle mancate manutenzioni a viadotti e gallerie autostradali. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano nel mirino della procura genovese sarebbero finite alcune operazioni finanziarie compiute dagli ex vertici di Autostrade per l'Italia tra il 2020 e il 2021. Su tutte quelle dell'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci.

Proprio uno dei principali indagati nel processo che ripartirà il prossimo 12 settembre nella primavera del 2021 avrebbe iniziato a spostare dei soldi dai suoi conti italiani a quelli lussemburghesi. Un conto che Castellucci avrebbe aperto nel 2020 trasferendo 7 milioni di euro in due distinti versamenti. Ma non sarebbe l'unico ad aver eseguito operazioni finanziarie attenzionate dalla procura genovese i cui accertamenti nascerebbero da due segnalazioni di operazioni sospette (Sos) di Bankitalia. In tutto si tratterebbe di una decina di persone.

Tra queste anche un altro uomo dei vertice delle ex Autostrade, Michele Donferri Mitelli, ex capo delle manutenzioni della società che gestiva il ponte Morandi al momento del crollo di quattro anni fa. Anche lui è uno degli imputati nel processo. Sotto la lente d'ingrandimento sarebbe finita la separazione avvenuta dalla moglie con i due però che sarebbero stati trovati nella stessa casa nel corso di un blitz. Il doppio sospetto, riporta il Fatto Quotidiano, è che la separazione possa essere un escamotage "per liberarsi delle proprietà in vista della tempesta giudiziaria in arrivo da Genova". Inoltre Donferri dopo essere stato licenziato da Autostrade "ha continuato a lavorare per un fornitore di Aspi, ma in nero, cosa che gli ha consentito di percepire l’indennità di disoccupazione" riporta il Fatto Quotidiano.

Tra gli altri finiti nel mirino della procura per i suoi movimenti finanziari ci sarebbe anche Paolo Berti, supervisore di Donferri negli anni passati. Nel corso di una intercettazione Berti avrebbe ammesso di aver intestato tutto ai figli proprio per "liberarsi" di proprietà in vista di possibili condanne. La somma di queste situazioni fa nascere il sospetto che tutti i trasferimenti di denaro e proprietà eseguiri siano stati messi in campo per evitare di pagare le conseguenze economiche che emergeranno dai diversi filoni di inchiesti sul crollo del ponte Morandi e su quello delle manutezioni di gallerie e viadotti che per anni sarebbero state trascurate da Autostrade.

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