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Giovanna nel crollo del ponte ha perso l'ex marito Andrea Cerulli, con il quale ha un figlio, Cesare, 13enne
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"Penso che 4 anni fa in questo giorno eravamo ancora felici... Eh già perché nonostante i problemi quotidiani di tutte le famiglie posso dire che eravamo felici!...Perché oggi se guardo gli occhi di mio figlio non sono più gli occhi di prima c'è come un velo che li compre, un velo che ha offuscato tutto. Sono passati 4 anni, 4 lunghi anni dove ogni giorno cerchi di convivere con un lutto e con una tragedia e non è per nulla facile", sono le parole di una lettera aperta scritta da Giovanna Donato, ex moglie di Andrea Cerulli, una delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018. Giovanna è la mamma del figlio di Andrea, che oggi ha 13 anni.

Scrive Giovanna: "Ogni giorno cresci un ragazzino con mille paure e preoccupazioni per lui e per te stessa perché sai di essere l'unica rimasta, mi sveglio la notte e penso a tutto quello che può accadere e mi ritrovo sempre sola! Decisioni da affrontare, essere da sola responsabile di scelte ed è un grande peso sulla coscienza. Avere la forza ogni giorno di asciugare le sue lacrime e non avere il tempo per le tue. Vederlo bello come sole assomigliare sempre di più al papà, vederlo fare cose e sapere che non le può condividere con suo papà, vederlo crescere senza il suo papà...".


"E poi c'è la tragedia a 4 anni di distanza nulla è cambiato, tutto intorno cerca di nascondere questa pagina vergognosa di un sistema italiano malato, ma io non posso nasconderlo, io devo spiegare, dare risposte a mio figlio! Io non posso fare come le istituzioni, come i politici, come i giornalisti...io non posso nascondere a mio figlio che suo padre non c'è più! Io non posso far finta di niente...io ci convivo maledettamente ogni minuto della mia vita. È una tragedia che ti devasta l'animo che ti annienta come parente coinvolto e come cittadino! Perché quello che è successo è di una gravità enorme, è inaccettabile in un paese democratico e civile del primo mondo!"

"E la mattina quando mi sveglio mi sento sola! Sola abbandonata da uno Stato che avrebbe dovuto controllare e proteggere quel ponte, da uno Stato che avrebbe dovuto condannare le società che per avidità è incuria hanno fatto crollare in ponte uccidendo 43 persone, mi sento sola da una classe politica capace solo di fare parate e chiacchiere da protocollo e da propaganda elettorale senza neanche credere alle parole dette figurarsi mantenerle, una classe politica che pensa solo a litigare senza mai dare dimostrazioni di cambiamento verso un bene a tutti comune; sola e abbandonata da una Regione e da un Comune che non perdono occasione di vantarsi di una ricostruzione di un ponte in breve tempo (a quelle condizioni tutti lo avrebbero ricostruito) senza mai gridare giustizia!".


"Dicono che il tempo aggiusta tutto. Non è verro! Sono passati 4 anni e mi sento sola, sempre più sola come quel giorno maledetto dove Andrea moriva da solo mentre andava al lavoro!".

*Mamma del figlio di Andrea Cerulli, una delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi

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