
I commissari di Acciaierie d'Italia e di Ilva in amministrazione straordinaria hanno ottenuto dai rispettivi comitati di sorveglianza il via libera a procedere con il negoziato il via esclusiva con il gruppo statunitense Flacks. L'esito sarà sottoposto ai sindacati e al governo. L'obiettivo è chiudere la partita entro i primi quattro mesi del 2026.
Possibile svolta dunque per delineare il futuro dell'acciaio in Italia. Secondo le informazioni il gruppo con sede a Miami ha depositato un'offerta vincolante offrendo un euro per rilevare l'acciaieria con investimenti previsti utili a portare la produzione a 4 milioni di tonnellate l'anno. Secondo l'intento del gruppo, il governo italiano manterrebbe una quota del 40%, che Flacks acquisterebbe in futuro per una cifra compresa tra 500 milioni e un miliardo di euro. Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso nelle scorse settimane ha inoltre definito "piuttosto realistica" l'ipotesi dell'ingresso dello Stato nell'Ilva, aprendo a una permanenza statale anche più lunga.
Il gruppo americano: "Investimento da 5 miliardi"
Decisamente ottimista il gruppo americano che parla già di acquisizione ma prima ci sarà ancora da aspettare. "Il Gruppo Flacks ha raggiunto un accordo con il governo italiano per l'acquisizione dell'acciaieria Ilva, il più grande impianto siderurgico integrato d'Europa" si legge sulla pagina Linkedin del gruppo Flacks. "Questa acquisizione garantisce il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica, sostiene circa 8.500 lavoratori qualificati e rafforza le catene di approvvigionamento europee fondamentali per i settori automobilistico, edile e delle infrastrutture. Stiamo investendo fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le operazioni, compresi l'elettrificazione e l'ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l'efficienza e la crescita sostenibile".
Venzano (Fim Cisl): "Per ora si parla di annunci senza contenuti"
“Stiamo discutendo di semplici annunci senza contenuti, parliamo di nomi ma non ci sono dettagli su quello che sarà il piano industriale. E soprattutto ci aspettavamo un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in una fase così strategica. Non accetteremo di essere comparse di un processo così delicato dove ci sono in gioco migliaia di posti di lavoro e il rilancio della siderurgia italiana. E le segretarie nazionali dei metalmeccanici stanno ancora aspettando l’incontro richiesto da tempo per un confronto a Palazzo Chigi: così non si gestisce una delle partite più delicate dell’economia italiana in questi ultimi anni, non permetteremo al Governo di ripetere gli errori del passato” spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.
I giorni di protesta a Genova
A Genova sono circa mille i lavoratori impiegati nello stabilimento di Cornigliano. Dopo giorni di protesta tra fine novembre e inizio dicembre con presidi in piazza e diverse manifestazioni per le vie della città i lavoratori hanno ottenuto un parziale passo indietro dal governo che aveva inizialmente previsto di eliminare la lavorazione dello zincato a Genova. Poi il dietrofront, a Genova fino al 28 febbraio dovrebbero arrivare circa 24 mila tonnellate di zincato la lavorare.
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