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di a.pop.

Un vero e proprio appello rivolto alla sindaca di Genova Silvia Salis per vietare i botti di fine anno in quanto colpevoli di creare pesanti disagi ai cani e ai cittadini più fragili. L'invito arriva da Giuseppe Loiaconoistruttore cinofilo qualificato ed esperto in recupero comportamentale che da anni lavora come professionista della relazione tra persone e cani.

"Già da metà novembre, in moltissimi quartieri genovesi, quasi ogni sera si sentono botti e petardi di forte potenza, con esplosioni che ricordano più un teatro di guerra che una città civile. Questo fenomeno prosegue per settimane, fino a dicembre e oltre e riguarda tutta la città, dai quartieri della Valbisagno al Ponente, dal Centro fino ai quartieri collinari". Loiacono ogni anno si allonta da Genova con i suoi cani per proteggerli: "Mentre chi come me non può farlo si barrica in casa stile bunker pregando che al proprio cane non venga un infarto o muoia dalla paura. Quello che però è inaccettabile è che, per diverse settimane, quasi ogni sera, l’intera città venga esposta a esplosioni continue, tra i palazzi, nei giardini condominiali, nelle vie strette dei nostri quartieri".

Cosa succede ai cani

Nella sua analisi Loiacono spiega nel dettaglio cosa succede ai cani. "Dal punto di vista etologico, neurofisiologico e comportamentale, i cani non vivono i botti come un semplice disturbo acustico, ma come eventi acustici potenzialmente traumatici. Il cane possiede un apparato uditivo estremamente più sensibile rispetto a quello umano: è in grado di percepire frequenze molto più alte e a distanze maggiori. Il boato improvviso di un petardo o di un fuoco d’artificio viene quindi elaborato come stimolo acustico imprevedibile, incontrollabile e minaccioso, spesso privo di una spiegazione contestuale comprensibile per l’animale. A livello neurobiologico, questi suoni attivano il sistema limbico, in particolare l’amigdala, che gestisce le risposte di paura. Ne consegue l’attivazione del sistema nervoso simpatico e dell’asse ipotalamo–ipofisi–surrene (HPA), con rilascio massivo di catecolamine e cortisolo: tachicardia, vasocostrizione, iperventilazione, ipersalivazione, tremori, comportamento di fuga o immobilizzazione. Si tratta di una vera e propria risposta di “fight, flight or freeze” accentuata e disfunzionale".

E qual è la reazione? "In moltissimi soggetti, questo stato evolve in una reazione di panico acuto, che non è sotto il controllo cognitivo dell’animale. Per questo motivo aumentano in modo significativo: i tentativi di fuga incontrollati, i casi di cani che si sfilano da collari e pettorine, le fughe da proprietà private, gli incidenti stradali, i casi di autolesionismo e traumi da impatto (cadute, sfondamento di vetrate, salti da balconi e terrazzi. Nei soggetti più sensibili, negli anziani, nei cuccioli o nei cani con una pregressa fragilità emotiva, l’esposizione ripetuta a questi stimoli può portare allo sviluppo di fobie acustiche croniche o di un disturbo d’ansia generalizzato, con fenomeni di generalizzazione dello stimolo: anche mesi dopo, rumori improvvisi (tuoni, sirene, porte che sbattono) possono scatenare reazioni sproporzionate".

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