
La Liguria è la decima Regione italiana con più reati ambientali accertati dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto nel 2024, la terza Regione considerando solo il nord Italia: su 57.993 controlli effettuati sono 1.720 gli illeciti penali contestati, il 4,2% sul totale nazionale, 1.698 le persone denunciate, una arrestata, 2.870 gli illeciti amministrativi individuati, 2.803 le sanzioni amministrative comminate e 343 i sequestri eseguiti. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Legambiente 'Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia' presentato oggi a Roma.
I reati ambientali scoperti in Liguria nel 2024 crescono del 14,4% rispetto ai 1.504 dell'anno precedente e Genova entra tra le prime dieci province italiane con più illeciti segnalati all'ottavo posto con 723 reati, il 42% del totale regionale.
La classifica regionale
Nella classifica regionale la Campania svetta al primo posto con 6.104 illeciti penali in materia ambientale, pari al 15% del totale nazionale. La Puglia sorpassa la Sicilia e ritorna al secondo posto, con 4.146 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, facendo registrare il maggior numero di arresti (69). Al terzo posto ritroviamo la Sicilia, con il 9,4% di illeciti penali. Stabile al quarto posto la Calabria che, tuttavia, incrementa il numero di reati (3.215) e più che raddoppia il dato sugli arresti (41). Quinto posto per il Lazio, con 2.654 reati, in crescita del 20,6% rispetto al 2023, che supera la Toscana, dove si registra comunque un aumento degli illeciti penali dell'11,6%. La Sardegna si conferma anche quest'anno al settimo posto, dopo il balzo in avanti registrato nel 2023, con 2.364 reati, pari al +13,9% sull'anno precedente. Al primo posto come regione del Nord la Lombardia (ottava nella classifica nazionale, con 2.324 reati ambientali nel 2024, pari al +17.7%), seguita dal Veneto, nono con 1.823 illeciti penali (+3,5%) e dalla Liguria.
"Nella lotta alla criminalità ambientale - commenta il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani - l'Italia deve accelerare il passo e può farlo con l'approvazione di una riforma fondamentale molto attesa, ossia il recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell'ambiente entro il 21 maggio 2026".
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IL COMMENTO
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