Dopo la denuncia choc che è rimbalzata a livello nazionale della consigliera Francesca Ghio nell'aula rossa di Palazzo Tursi di essere stata violentata all'età di 12 anni, sono state assegnate le indagini ai carabinieri dell'aliquota del tribunale che la sentiranno entro la prossima settimana.
Il fascicolo per violenza sessuale aggravata
Le parole in consiglio comunale hanno subito allertato la Procura di Genova che ha deciso di aprire un fascicolo per violenza sessuale aggravata, assegnata al pm Federico Panichi del pool Fasce deboli. L'audizione servirà in primo luogo a sciogliere il nodo prescrizione. I militari dovranno capire quando esattamente sono avvenuti gli abusi e fino a quando si sono protratti. La consigliera, tramite il suo legale Michele Ispodamia, ha già annunciato di essere pronta "a dire il nome di chi è stato e di avere dettagli molto precisi e riscontrabili". Gli abusi sono andati avanti per anni ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui è entrata in vigore la legge che raddoppia i tempi per la prescrizione per questo tipo di reati. Se così fosse il fascicolo verrebbe subito archiviato.
Le sue parole
"Avevo appena iniziato la seconda media quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia. Ripetutamente. Per mesi e mesi, da un uomo di cui mi fidavo, da un uomo che nessuno avrebbe pensato potesse essere un mostro. Un dirigente genovese, il vostro bravo ragazzo. Lui mi diceva di stare zitta e che doveva essere il nostro segreto, dovevo giurargli di non raccontare niente a nessuno mentre sottostavo alle sue torture”, è iniziato così il suo intervento che ha raggelato l'aula del consiglio comunale. “Non ho mai denunciato quell’uomo - ha detto Ghio - Non sapevo neanche cosa fosse una denuncia a 12 anni. A scuola studiavamo Napoleone Bonaparte, nessuno parlava di emozioni, consenso, sessualità, sostegno alla fragilità. Nel mondo degli adulti non c’era un singolo volto in cui poter trovare rifugio e protezione. Quando ho provato a parlarne anni dopo mi sono sentita giudicata, iniziavo il discorso e notavo disgusto. ‘Ma no, sto scherzando...’ dicevo per chiudere velocemente il discorso”.
La coraggiosa decisione di mettersi a nudo
A spingere Francesca Ghio a raccontare quanto subito sono state le ultime dichiarazioni da parte della premier Giorgia Meloni e del ministro Giuseppe Valditara che hanno additato gli stranieri come una delle minacce per la sicurezza delle donne. La consigliera, invece, ha voluto ripetere e ribadire come il volto della violenza possa spesso purtroppo essere quello del "bravo ragazzo", proprio come è accaduto a lei. Con il suo intervento,
La telefonata della Meloni a Ghio
Una telefonata di venti minuti con la presidente del consiglio Giorgia Meloni. "Se avessi assecondato il motivo della sua telefonata probabilmente sarebbe durata pochi secondi. Giusto il tempo di lasciare che mi riportasse i complimenti per il coraggio e la vicinanza per il dolore, ma non ci sto a queste logiche. Non arretro di un centimetro e ho usato anche questa sua chiamata per dirlo. A chi politicamente vuole la mia attenzione, dicendomi che sono stata brava, rispondo che non ha capito l'essenza del mio gesto" ha poi scritto sui social dopo il colloquio con la premier che l'ha chiamata per esprimerle la sua vicinanza.
Il lungo post della consigliera comunale
"Buonasera presidente, sono Francesca e sono morta a 12 anni e anche per colpa di persone come lei che, pur avendo il potere nelle mani, pur avendo gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un'altra parte trovando continuamente un capro espiatorio e deresponsabilizzare le istituzioni, addossando al singolo" aggiunge. "La colpa per evitare di risolvere il problema, nascondendolo dietro parole retoriche: sono figli sani di un sistema malato, non è uno slogan è la realtà quando le soluzioni. Come ho già detto ci serve la volontà politica di applicarle: non farlo è una risposta chiara" scrive.
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