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LIGURIA - La settimana inizia con nuove allerte, dopo il maltempo registrato nei giorni scorsi. Se la zona dell'imperiese e del ponente savonese (la zona A) resta "all'asciutto", discorso diverso vale per il centro della Liguria, la città di Genova, l'estremo levante e l'entroterra sia di ponente sia di levante. Le previsioni al momento coprono la sola giornata di oggi, lunedì 23 ottobre. Per l'ora di pranzo è atteso il bollettino di aggiornamento per la giornata di martedì 24 ottobre.

Ecco nel dettaglio l'allerta così come è stata emanata da Regione Liguria:

Zona A (da Ventimiglia a Noli): allerta verde (assenza o bassa probabilità di fenomeni significativi).

Zona B (da Noli a Portofino): allerta gialla per temporali dalle 17 di lunedì 23 ottobre alle 20. Dalle ore 20 l'allerta diventa arancione fino alla mezzanotte.

Zona C (da Camogli fino al confine toscano): allerta gialla per temporali dalle 17 alla mezzanotte di lunedì 23 ottobre.

Zona D (Entroterra di levante): allerta gialla per temporali dalle 17 di lunedì 23 ottobre alle 20. Dalle ore 20 l'allerta diventa arancione fino alla mezzanotte.

Zona E (Entroterra di ponente): allerta gialla per temporali dalle 17 di lunedì 23 ottobre alle 20. Dalle ore 20 l'allerta diventa arancione fino alla mezzanotte.

LE PREVISIONI DI ARPAL

OGGI LUNEDÌ 23 OTTOBRE: L'arrivo di una perturbazione porta deboli piogge inizialmente sparse, diffuse dal pomeriggio. In serata le piogge saranno accompagnate da temporali con elevata probabilità di fenomeni forti ed organizzati su BCDE dove sono attese precipitazioni forti, puntualmente molto forti. Non si escludono episodi persistenti, che appaiono al momento probabili su BDE; alla luce dell'incertezza intrinseca a questo tipo di fenomeni è necessario SEGUIRE CON ATTENZIONE I PROSSIMI AGGIORNAMENTI. Dal pomeriggio venti 50-60km/h da Nord su ABD, da Sud-Est su CE.

DOMANI MARTEDÌ 24 OTTOBRE: La perturbazione attraversa la Liguria portando piogge diffuse con cumulate elevate e temporali forti ed organizzati su BCDE. Venti a tratti forti da Nord su ABD, da Sud-Est su CE al mattino, da Sud-Ovest sui capi esposti di A nel pomeriggio. Gli aggiornamenti ufficiali sull'allerta per la giornata del 24 ottobre verranno diramati attorno alle 12 di domani.

MOBILITÀ

Per la metropolitana sarà attivo il consueto provvedimento che prevede, fino a cessata allerta arancione, la chiusura dei due accessi della stazione metro di Brignole di via Canevari e degli ascensori all’interno della stazione metro zona Canevari e degli ascensori da piazza Raggi a corso Montegrappa. La stazione metro di Brignole sarà comunque accessibile da piazza Raggi (Borgo Incrociati) e da piazza Verdi dai normali accessi. Per tutta la durata dell’allerta arancione l’uscita obbligatoria è attraverso la stazione ferroviaria.

Inoltre saranno chiusi gli ascensori del sottopasso della stazione ferroviaria di Sestri Ponente, in via Puccini, e l'ascensore di Quezzi.

CINQUE TERRE - Circa il 70% del totale dei lavori di messa in sicurezza e riqualificazione della via dell'Amore sono stati completati e saranno conclusi nel luglio 2024. In questo 70% rientrano i lavori preventivati e quelli subentrati in corso d'opera e non previsti.

"Si tratta di un grande e complesso cantiere in cui si sono resi necessari nuovi interventi che si intrecciano con quelli preventivati all'inizio. Nonostante questo il cronoprogramma resta invariato, e tutti i lavori procedono in parallelo per garantire il rispetto dei tempi previsti - spiegano il governatore e commissario di Governo per la lotta al dissesto Giovanni Toti e l'assessore alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone - Anche durante l'apertura del primo tratto il cantiere non si è mai fermato. La prossima estate la via dell'Amore sarà riaperta e potremo restituire alle Cinque Terre, al Parco, a tutta la Liguria e ai tantissimi turisti questo gioiello tanto delicato quanto prezioso. Un luogo che in qualche modo è simbolo della Liguria stessa, un contesto di straordinaria bellezza ma un luogo fragile per il cui recupero è stato necessario avviare un cantiere complesso e ambizioso che sta dando risultati concreti grazie a una significativa sinergia tra istituzioni ed enti coinvolti".

Quello di riaprire la via dell'Amore "è un preciso impegno che ci siamo assunti e che vogliamo portare a termine, dopo anni di attesa - aggiungono Toti e Giampedrone -, data l'enorme importanza, l'altissimo valore ambientale e paesaggistico, il prestigio e il potenziale turistico di questo spettacolare percorso: con l'impegno economico dello scorso febbraio Regione Liguria è diventata il primo finanziatore dell'opera con un investimento complessivo di 12 milioni di euro".

La spesa totale sull'opera è di 21,9 milioni di euro, a cui il ministero dell'Ambiente ha contribuito per 3 milioni e quello della Cultura per 6,9 milioni. I lavori sono gestiti commissario di governo Toti in collaborazione con Comune di Riomaggiore e Parco Nazionale delle 5 Terre. Il Commissario di Governo - che mette a disposizione le risorse economico-finanziarie e coordina quelle che via via saranno nella disponibilità - è il committente delle opere.

Contemporaneamente, sono in corso i lavori di realizzazione di opere di difesa a mare, con una scogliera di protezione a mare lunga 175 metri e con 400 metri di chiodature di ancoraggio per proteggere la falesia e quindi il sentiero dall'azione delle onde. Un intervento del valore di 3 milioni di euro, gestito sempre dal governatore Toti in qualità di soggetto responsabile per il completamento degli interventi resi necessari dagli eventi meteorologici dell'ottobre 2018. La parte più interna della scogliera, completamene sommersa, è stata conclusa, e al momento si sta realizzando quella più esterna e in parte emersa. Anche la conclusione di questo intervento è prevista per il luglio 2024. Nel giugno scorso erano stati consegnati al Comune di Riomaggiore e riaperti al pubblico i primi 170 metri del percorso della Via dell'Amore, corrispondenti a circa il 20% del totale.

GENOVA - Si è aperto con l’appello alla pace in Medio Oriente il congresso di Legambiente Liguria - che si è svolto oggi presso il circolo Arci Zenzero e che ha coinvolto i circoli regionali da Lerici al ponente ligure, aprendosi alla partecipazione di associazioni, organizzazioni, cittadini e studenti. È stata l’occasione per salutare Santo Grammatico per il suo prezioso impegno in Legambiente Liguria durante questi 27 anni ed è stato eletto presidente regionale Stefano Bigliazzi, 58 anni, genovese, avvocato penalista e co-presidente del Centro di Azione Giuridica di Legambiente nazionale. Attivo nell’associazione da 25 anni, ha seguito come parte civile i processi Diaz, Bolzaneto e Jolly Nero, ha difeso Legambiente come parte civile nei processi Stoppani, Ilva, Acquasola, Tirreno Power.

"Difficile trovare le parole per salutare un amico come Santo. Conosco Santo da oltre 30 anni, da prima ancora della nostra militanza in Legambiente - il commento a caldo del neo presidente Stefano Bigliazzi -. Lo ricordo il 19 luglio 2001, giorno della manifestazione dei migranti, con un gruppo di ragazzi ed un alberello sulle spalle, durante il G8. Sono entrato nel direttivo di Legambiente Liguria 12 anni fa, quando Santo è diventato Presidente, ed abbiamo condiviso battaglie, problemi e soddisfazioni. Faremo l'impossibile per portare avanti tutto quanto ha fatto in questi anni, non sarà facile, ci mancheranno la sua capacità e la sua competenza e ci mancherà un amico con cui camminare insieme". 

Nell'incontro di oggi sono stati affrontati alcuni dei temi che più stanno a cuore all’associazione del cigno verde: la necessità di uscire dall’economia delle fonti fossili, attuare una strategia per la mitigazione dei cambiamenti climatici, implementare l’economia circolare realizzando impianti di trasformazione e trattamento delle materie prime seconde, ripensare gli spazi urbani liberandoli dalle eccessive pressioni antropiche e investire di più su parchi e aree verdi. La discussione è iniziata con la presentazione della relazione 'Cantiere Liguria 2030' che fotografa lo stato di salute della nostra regione.

 

GENOVA - Sono circa 800 le strutture tra ponti, viadotti, tombinature e allargamenti stradali presenti lungo i circa 850 km di strade della Città Metropolitana di Genova. L'ente ha in gestione circa 200 tra ponti e viadotti che rientrano nel programma per la valutazione della sicurezza e gestione delle opere sulla base della normativa sulla Linea Guida Ponti.

Il monitoraggio si divide in tre parti: il Livello 0 prevede il censimento delle strutture che la Città Metropolitana di Genova ha già completato. Il Livello 1 prevede un lavoro di ispezione per verificare eventuali rischi strutturali e sismici, idraulici e frane. Infine il Livello 2 ha il compito di portare avanti il lavoro di definizione classi di attenzione.

Alla data di settembre 2023 sono state effettuate le ispezioni sul 50% dei 200 tra ponti e viadotti sotto gestione dell'ente mentre il restante verrà completato entro la fine dell'anno spiega la stessa Città Metropolitana. L'obiettivo è doppio: valutare la situazione dei ponti e predisporre un piano di intervento dove necessario. Nel tempo l'ente ha già eseguito una decine di verifiche accurate (Livello 4) con prove sperimentali, progettazione di interventi e predisposto la programmazione dei lavori di rinforzo.

Ma quali sono i problemi emersi? Tra i ricorrenti ci sono la corrosione dei ferri di armatura e ammaloramento del calcestruzzo per i ponti in cemento armato, il distacco di pietre o mattoni nella tessitura muraria di archi o timpani peri ponti antichi in muratura, lo scalzamento delle fondazioni delle pile in alveo che rappresenta statisticamente la prima causa di crollo dei ponti nel mondo. Lo scalzamento è un fenomeno legato "all'instabilità generale dell’alveo e alla normale azione della corrente che può determinare abbassamenti o innalzamenti del fondo, attraverso erosione o deposizione di materiale solido. È indipendente dalla presenza o meno di un manufatto e avviene lentamente in condizioni normali, ma molto rapidamente e quindi pericolosamente durante piene e inondazioni" come spiega l'ingegner Riccardo Pefano (Clicca qui).

Tra gli altri problemi emersi fino ad ora ci sono quelli legati alla regimentazione delle acque piovane con la corrosione di elementi o giunzioni in acciaio, malfunzionamento di giunti di dilatazione, mancanza di impermeabilizzazione, ma anche la presenza di barriere di sicurezza che hanno fatto il loro tempo.

I finanziamenti in mano alla Città Metropolitana di Genova per gli interventi: per gli anni che vanno dal 2021 al 2029 dal ministero e dai diversi bandi sono stati messi a disposizione 28 milioni di euro. Per il 2023 sono poco più di 4 milioni mentre per il 2025 od oggi sono 1,1 milioni, dal 2026 in avanti la cifra messa in bilancio per ogni anno è di circa 3,4 milioni.

Alcuni lavori sono già stati completati o in esecuzione. Tra i primi ci sono i lavori di ripristino e consolidamento della struttura del ponte sulla SP 333 di Uscio al km 6+082 che è già stato terminato.

Tra quelli in corso ci sono i lavori di ripristino e consolidamento della struttura del ponte sulla SP 333 di Uscio al km 7; gli interventi di manutenzione straordinaria sul ponte sito al km 13+600 della SP 9 di Crocefieschi tramite realizzazione di sotto-murazioni, interventi di cuci scuci e ripristini di calcestruzzo; i lavori di rinforzo e consolidamento della struttura, sotto-murazioni di spalle e pile con interventi in alveo, eventualmente estesi anche ai muri andatori, per contrastare fenomeni di scalzamento per i ponti della SP 26 della Val Graveglia (al km 6+800 e km 10+200) e della SP 26 bis della Val Mogliana (km 17+100 e km 17+300) nell'entroterra tra Chiavari e Sestri Levante.

In consegna ci sono le opere di manutenzione straordinaria per la riorganizzazione della piattaforma stradale del ponte al km 0+500 della SP 84 di Montanesi (tra Mignanego e Savignone) tramite rifacimento dei cordoli esistenti, sostituzione della barriera di protezione esistente e adeguamento delle pendenze trasversali tramite stesa conglomerato bituminoso.

Negli anni scorsi sono stati realizzati interventi su ponti in gestione della Città Metropolitana di Genova finanziati con fondi non ministeriali. Tra questi sono rientrati il ponte di Alpepiana sulla SP 72, il ponte di Maggi sulla SP 32, il ponte di Settembrin sulla SP 26, il ponte Palleggiati sulla SP 9, e interventi al km 9+500 della SP 18 di Rovegno e al km 3+900 della SP 83 di Pietranera.

Sono di prossima attivazione gli interventi sul ponte della SP 10 di Savignone che prevede in una prima fase la messa in sicurezza della sella Gerber e in un secondo momento i lavori di ripristino e consolidamento strutturale complessivo del ponte. Mentre sulla SP 26 in località Frisolino è previsto il lavoro di ripristino dello scalzamento. infine lungo la SP3 di Crocetta d’Orero è in programma il lavoro di ripristino e consolidamento strutturale complessivo del ponte (km 3).

Tra gli interventi di maggiore impatto in programma c'è quello sul ponte lungo la SP 64 di Acquabianca che porterà alla demolizione e ricostruzione del ponte con chiusura completa e prolungata della strada. Tra gli altri interventi di impatto ci sono le chiusure temporanee del ponte sulla SP 10 di Savignone (km 0+033) con deviazione del traffico sul ponte adiacente in muratura.

Con l'autunno e il maltempo le strade dell'entroterra diventano facilmente soggette a situazioni di pericolo con la caduta di pietre, terra, piccoli smottamenti dai costoni montuosi e alberi lungo la carreggiata che richiedono rapidi interventi di ripristino per non rischiare di lasciare isolate del tutto o parzialmente le diverse località. "Un tempo avevamo 200 addetti alle manutenzioni ora sono 75 - racconta il consigliere delegato alla Viabilità della Città Metropolitana di Genova Franco Senarega -. Ogni 4-5 anni bisogna rifare la pavimentazione, parliamo di quasi 200 km di strade all'anno, non sono pochi. Si tratta di strade sotto gestione provinciale e non dell'Anas. Noi ci auspichiamo che si possa ridare dignità all'Ente, anche se qualcosa di positivo ultimamente si sta vedendo" conclude Senarega

GENOVA - Far sì che le corriere in arrivo a Genova da Valle Scrivia, Val Trebbia e Val Fontanabuona si fermino a Prato e non arrivino più in viale Caviglia, tra piazza della Vittoria e la stazione Brignole con un raddoppio delle corse. Il progetto dello skymetro della Val Bisagno che dovrà collegare Molassana alla stazione di Brignole in 11 minuti è stato svelato dal Comune di Genova (Clicca qui). Il progetto è completamente finanziato, i lavori dovrebbero partire a maggio del 2024 per concludersi tre anni più tardi: estate 2027.

Ma l'assessore alla Mobilità del Comune di Genova Matteo Campora il giorno della presentazione del progetto ha parlato chiaro: "Lo skymetro fino a Molassana è direttamente collegato con il suo successivo prolungamento fino a Prato". L'obiettivo è chiaro, creare un unico asse di collegamento lungo la Val Bisagno.

Tra dicembre e gennaio il Comune di Genova chiederà al ministero dei Trasporti il finanziamento dell'opera per il tratto Molassana-Prato di circa 4km. L'obiettivo è non solo quello di fornire della metropolitana tutta l'area della Val Bisagno ma anche limitare la presenza delle corriere in città così come favorire e velocizzare l'arrivo dalle vallate circostanti in città.

Il progetto è strategico per le vallate - spiega Claudio Garbarino, consigliere delegato della Città Metropolitana di Genova al Trasporto pubblico -. Potrà servire la Valle Scrivia fino a Casella, tutta la Val Trebbia fino al piacentino visto che serviamo il trasporto fino al comune di Ottone e poi abbiamo l'area della Val Fontanabuona fino ad arrivare a Chiavari passando per le Ferriere. I mezzi che oggi arrivano in viale Caviglia, nel centro della città, verrebbero fermati a Prato e redistribuiti sul territorio con un abbattimento dell'inquinamento e del traffico".

E dal sito di Amt che gestisce, oltre alla mobilità pubblica cittadina, anche il trasporto extraurbano all''interno dell'area metropolitana di Genova. Dalle Valle Scrivia per la Val Bisagno e Brignole ci sono le linee L728 (Genova - Creto - Montoggio - Morasco - Bromia) e Linea 955 (Genova Brignole - Bargagli - Laccio - Trefontane). Dalla Val Trebbia ci sono le linee 

Dalla Val Trebbia a Genova Brignole c'è oggi la Linea 725 (Torriglia - Bargagli - Genova Brignole), la Linea 728 (Genova - Creto - Montoggio - Morasco - Bromia). Mentre la linea Linea 831 (Prato - Marsiglia) parte già da Prato. E poi ci sono tutti i collegamenti con la Val Fontanabuona e l'entroterra di Chiavari: Carasco, Gattorna, Cicagna, Lumarzo, ecc.

Da questo punto di vista il consigliere delegato Garbarino è chiaro: "Oggi le corriere hanno un piano di una corsa ogni ora, con lo skymetro verranno reintegrate ogni mezz'ora, così l'entroterra sarà più vicino alla città ma anche la città sarà più vicina all'entroterra".