Sarà perché era domenica. Sarà stato il ritorno del sole dimenticato. Avranno contribuito le temperature miti e l'assenza di vento. E magari pure la voglia di riscoprire la dimensione di paese, almeno per lo spazio di un mattino. Ma Recco ha vinto. Durante lo sgombero forzato per il disinnesco della bomba, ricordo dell'ultimo conflitto mondiale, la città tutta è riuscita a regalare un'immagine positiva del suo disagio. Oltre il mugugno genovese. E di questi tempi non è poco. Risposte con il sorriso alle interviste realizzate dai cronisti di Primocanale tra le strade deserte, grande sensibilità sociale e spirito di appartenenza per i ristoratori: sono stati molti quelli che non hanno esitato a proporre menù popolari nonostante il nome del locale sia sinonimo di alta qualità e di frequentazioni elitarie. Loro l'hanno chiamato il "pranzo dello sfollato" e il risultato è stato ovvio: pienone. Giù il cappello. Lo stesso vale poi per chi in queste ore si è ricordato pure del disagio creato agli altri. E' il caso del Consorzio Focaccia di Recco che domenica porterà a Pallare abbondanti porzioni del prodotto simbolo del Tigullio. Lassù è stato fatto brillare l'ordigno e alcune famiglie hanno dovuto allontanarsi da casa per diverse ore. I recchellini non dimenticano e ripagano con una lenzuolata di focaccia al formaggio. La solidarietà tra i liguri non è morta. E nemmeno la gratitudine.
Cronaca
Il pranzo dello sfollato
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