Cronaca

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L'orto in casa o nei quartieri cittadini: non sono più solo passatempo per un italiano su quattro e fatica dorata dei grandi della terra come Michelle Obama o i Reali inglesi, ma un utile alleato nella lotta alla fame nel mondo. E' così che lo indica la Fao, sottolineando come coltivare frutta e verdura nelle aree urbane "offra una via d'uscita alla povertà". Per il 2025 - osserva la Fao - più di metà della popolazione dei paesi in via di sviluppo - circa 3,5 miliardi di persone - vivrà in agglomerati urbani. Per i governanti e gli urbanisti dei Paesi poveri che dovranno confrontarsi con questa sfida, città più verdi potrebbero dunque rappresentare una possibilità reale per assicurare alimenti sani e nutrienti, mezzi di sussistenza sostenibili e migliori condizioni di salute. Tutte le grandi aziende ne hanno uno e utilizzano gli ampi spazi esterni dei loro palazzi per coltivare ortaggi e frutta che poi i dipendenti consumano a casa. La sede della casa automobilistica Toyota a Georgetown, ad esempio, ha un enorme orto di pomodori e zucchine, mentre presso il quartier generale del grande magazzino Kohl, si coltivano bietole, spinaci e insalate. In Italia diverse municipalità hanno promosso gli orti cittadini. A Genova sono nati orti nei quartieri da affidare ai pensionati per occupare il loro tempo libero e Roma, vera capofila nella promozione degli orti urbani, ha appena firmato un protocollo con Slow Food per la realizzazione di orti nelle scuole, uno in ogni municipio.