Cronaca

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Emerse, in 310 pagine, le motivazioni della sentenza di Appello per i fatti della scuola Diaz di Genova durante il 2001: gli alti funzionari della polizia presenti alla irruzione alla scuola sono stati condannati in base all'articolo 40 del codice penale, perché avevano l'obbligo di impedire le violenze e non lo hanno fatto. Ribaltando la sentenza di primo grado, i giudici avevano condannato il 18 maggio scorso 25 imputati, tra i quali il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini (5 ani), Giovanni Luperi (4 anni), Spartaco Mortola (3 anni e 8 mesi) Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi). Secondo la Corte d'Appello di Genova del falso documentale sono responsabili infatti anche i vertici della polizia presenti, non solo i loro sottoposti. Mentre per il Tribunale, unico responsabile risultò Pietro Troiani, la Corte d'Appello ha stabilito che i filmati sono inequivocabili, perché indicano un conciliabolo tra alti dirigenti della polizia nel cortile della scuola con le bottiglie in mano, e ha stabilito che non potevano perciò non sapere nulla. Per quanto riguarda le violenze commesse dalle forze dell' ordine durante l'irruzione, la Corte spiega che "Gratteri, Canterini e Luperi erano stati mandati a Genova da Roma per gestire l'ordine pubblico ed erano i più alti funzionari presenti in loco. Erano presenti all'operazione e hanno visto quello che accadeva e poiché erano gerarchicamente sovraordinati potevano intervenire per impedire le violenze. Ma non lo fecero". E' questo il passaggio mancato nella sentenza del Tribunale. Dalle motivazioni emerge inoltre che le attenuanti generiche non sono state concesse a molti imputati per la gravità dei fatti commessi da alti funzionari dello Stato che hanno giurato fedeltà e lealtà alle leggi. L'unico ad ottenerle è stato Michelangelo Fournier, ex vice dirigente del reparto mobile di Roma, che ha un certo punto, sebbene con ritardo dice la sentenza, disse basta alle violenze temendo che potesse accadere qualcosa di irreparabile.