"Ho trascorso 16 giorni in carcere, oggi torno a casa ma Ale non c'é più. Sono una mamma distrutta dal dolore. Oggi riacquisto la libertà ma Ale non può restituirmelo nessuno". Sono queste le prime parole di Katerina Mathas, la madre di Alessandro, il bimbo di otto mesi ucciso nel residence di Nervi la notte del 15 marzo scorso. La ragazza, uscita alle 14.03 dal carcere di Pontedecimo, le mani tremanti e la voce incrinata dall'emozione, ha letto nello studio del suo avvocato Paolo Costa una dichiarazione scritta da lei in carcere ieri. "Sono estranea al fatto, non ho ucciso il mio bambino", ha detto ancora Katerina Mathas, leggendo nello studio dell'avvocato Paolo Costa la dichiarazione scritta ieri nel carcere di Pontedecimo. "Vi prego - ha proseguito la madre di Alessandro - di rispettare la mia disperazione e il mio dolore, perché sono una mamma distrutta per la perdita del figlio. Solo chi è genitore, può capire cosa sia un figlio: pensate che l'ho perso tragicamente e nessuno me lo restituirà più. Capisco le vostre esigenze, ma vi chiedo rispetto per il dolore insopportabile che sto provando". La giovane, 26 anni, all'uscita del carcere indossava un giubbotto di piumino scuro e lucido, pantaloni e maglia nera. La madre del piccolo Alessandro, dal viso tirato e con i capelli raccolti in una coda di cavallo, si è infilata subito nell'auto del suo avvocato Paolo Costa, senza fare dichiarazioni ai numerosi cronisti presenti.
Cronaca
Bimbo ucciso, torna libera Katerina Mathas: "Ma Ale non c'è più"
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