Ha scelto il dialetto, la lingua che si parla da sempre in porto, e che usava anche Batini, per salutare all'inizio della cerimonia funebre, il Console della Compagnia Unica morto l'altra notte. Walter Marchelli, viceconsole della Culmv, si è rivolto alla famiglia di Batini, ai lavoratori del porto, agli amici di Batini: "Prima di tutto con grande affetto porto un abbraccio alla famiglia del console - ha detto in genovese - Era un grande uomo perché aveva dietro una grande famiglia. Mi ha insegnato a essere un uomo vero". E concludendo in italiano ha aggiunto: "Le tue parole saranno sempre con noi; cercheremo di fare buon uso e portare avanti il modo di essere". Nella Sala Chiamata del Porto, dove si è svolto il funerale, si sono dati appuntamento tutti i rappresentanti del mondo portuale di Genova: lavoratori, terminalisti, sindacalisti, ma anche politici e semplici cittadini. Accanto al feretro sono seduti i famigliari, la moglie Rosa, le due figlie Silvana e Mirella, il marito di Mirella Tonino col figlio Alessio che lavora in Culmv da alcuni anni, e altri quattro nipoti. E' stata poi la volta di don Andrea Gallo: "Caro Paride, figlio di un sovversivo, quanta galera tuo padre per un po' di giustizia - ha detto don Gallo - Caro Paride, eletto 9 volte democraticamente, ed è questo che non si vuole accettare. La tua morte mi ha intenerito profondamente. Alla triste notizia ho pianto tanto e non mi succedeva da molto". Tanti i messaggi lasciati sul registro delle presenze; i camalli vecchi e nuovi hanno firmato col numero di matricola, il lattone: "il nostro condottiero, i tuoi ragazzi", 'al vecchio samurai', mentre i dipendenti di Ferport hanno firmato 'manovra del porto'.
Cronaca
Celebrati in porto i funerali di Batini, le lacrime dei "camalli"
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