Cronaca

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"Noi non abbiamo ricevuto ancora nulla. Ma si sa che ormai le notizie si leggono prima sui giornali": commenta l'avvocato Franco Coppi, difensore di Gianni De Gennaro, all'epoca del G8 capo della polizia, alla notizia dell'avviso di fine indagini preliminari per il suo assistito, accusato dalla procura di Genova di istigazione alla falsa testimonianza dell'ex questore di Genova Francesco Colucci. Oltre a De Gennaro, destinatari dell' avviso sono lo stesso ex questore di Genova Colucci, imputato di falsa testimonianza per le dichiarazioni rese in aula il 3 maggio scorso, sentito come teste nel processo per i fatti della Diaz, e, a sorpresa, anche Spartaco Mortola, all'epoca del G8 capo della Digos di Genova. Mortola deve rispondere della stessa accusa di De Gennaro. A firmare l'avviso di fine indagini sono stati il procuratore aggiunto Mario Morisani e i sostituti Francesco Cardona Albini, Vittorio Ranieri Miniati, Patrizia Petruzziello e Enrico Zucca. "Per De Gennaro il fatto è aggravato - contestano i pubblici ministeri - per aver determinato a commettere il reato persona a lui sottoposta e con abuso della funzione pubblica esercitata quale direttore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza". De Gennaro e gli altri imputati hanno ora venti giorni di tempo per decidere se farsi interrogare di nuovo dai pubblici ministeri o presentare una memoria difensiva. Poi nei loro confronti scatterà la richiesta di rinvio a giudizio. L'inchiesta ha preso avvio da intercettazioni telefoniche fatte a Mortola, indagato in un procedimento connesso: la sparizione dalla questura di Genova delle due bottiglie molotov, usate dalla polizia come false prove a carico dei no global arrestati la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. In questo filone d'inchiesta, che procede nella massima segretezza, ci sarebbero, oltre a Mortola, altri poliziotti indagati. Nelle intercettazioni ci sono quattro telefonate intercorse tra Mortola e Colucci in cui l'ex questore avrebbe detto a Mortola di aver ricevuto dal "capo" pressioni a fare marcia indietro o almeno a rendere più omogenee le sue dichiarazioni con quelle rese da De Gennaro nel corso degli interrogatori con i pubblici ministeri. Il dettaglio su cui De Gennaro voleva che Colucci cambiasse la sua deposizione è su chi aveva inviato Roberto Sgalla, direttore dell' ufficio pubbliche relazioni del dipartimento di polizia, sul posto la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. Colucci perciò in aula corresse la sua versione precedente dicendo di aver inviato Sgalla di sua iniziativa, e non il capo della polizia. Mortola invece, già imputato nel processo Diaz per falso e calunnia, parlando con Colucci, prima della deposizione dell' ex questore al processo Diaz, "forniva - è scritto nell'avviso di fine indagini - allo stesso Colucci informazioni ed indicazioni su circostanze oggetto della futura deposizione, chiaramente non appartenenti al ricordo o alla conoscenza diretta del teste, in particolare inerenti le informazioni attinte la sera dei fatti circa la presenza di persone nel complesso scolastico Diaz-Pertini facenti capo al Genoa Social Forum, ovvero le modalità di esecuzione dell'operazione e fra queste l'intervento delle forze di polizia, avvenuto anche nell' edificio Diaz-Pascoli, sede del GSF e asseritamente non oggetto di perquisizione". Il difensore di Mortola, avv. Piergiovanni Iunca, dopo aver confermato la notifica dell'avviso di conclusioni indagini, ha commentato: "Non vedo proprio come Mortola abbia contribuito alla presunta falsa testimonianza di Colucci". Ancora in attesa della notifica è invece anche l'ex questore Colucci, come ha rivelato l'avv. Maurizio Mascia, suo difensore. (Ansa)