
Nel palazzo storico di via Serra, di proprietà di una nobildonna genovese estranea ai fatti, gravitavano prostitute e trans, che si incontravano con i clienti grazie all'organizzazione gestita dai sudamericani e dai moldavi. A capo dell'organizzazione vi era un uomo italiano: i clienti arrivavano grazie ad alcuni annunci online, ma l'indirizzo preciso veniva dato solo in fase finale. Le prestazioni andavano dai 50 ai 150 euro.
Oltre al giro di prostituzione però, accanto alla lussuosa dimora vi era un appartamento dove abitavano i moldavi, che facevano da "custodi" dello stabile e non solo quello. I due infatti - marito e moglie - spacciavano cocaina sia in casa sia consegnando la merce in città.
Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno scoperto anche una terza donna, italiana e residente a Bogliasco, in possesso di droga e di materiali per il confezionamento della stessa. La donna - arrestata poiché colta in flagranza di reato - aiutava i moldavi nelle attività di custodia della droga presso la sua abitazione.
IL COMMENTO
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