 Il viaggio di un collettivo di artisti visivi sotto le coperture dei torrenti, nei greti, lungo le sponde dei rivi, per ispezionare tutti i corsi d'acqua di Genova, come a ricordare le sei donne vittima dell'esondazione del Fereggiano di dieci anni fa. Obiettivo: denunciare lo stato in cui sono mantenuti queste arterie dell'acqua, i corpi vivi, e trasformare questo articolato sopralluogo in uno spettacolo teatrale da regalare al prezzo simbolico di un euro ai genovesi.
                    
                    Il viaggio di un collettivo di artisti visivi sotto le coperture dei torrenti, nei greti, lungo le sponde dei rivi, per ispezionare tutti i corsi d'acqua di Genova, come a ricordare le sei donne vittima dell'esondazione del Fereggiano di dieci anni fa. Obiettivo: denunciare lo stato in cui sono mantenuti queste arterie dell'acqua, i corpi vivi, e trasformare questo articolato sopralluogo in uno spettacolo teatrale da regalare al prezzo simbolico di un euro ai genovesi.Una denuncia in scena per sottolineare che maltrattatare i corpi vivi equivale a maltrattare la natura e dunque noi stessi, il nostro ambiente.
L'appuntamento è per la sera del 13 novembre nel teatro della Corte, alla Foce, nato sopra la copertura del Bisagno, di fatto una lapide di un torrente tombato.
A raccontare questa iniziativa a Primocanale durante il convegno organizzato dall'Associazione Amici di Ponte Carrega (una zona di Staglieno) e dal Municipio Bassa Valbisagno nella stessa sede del Parlamentino di piazza Manzoni, è Alessandra Vannucci, regista, drammaturga, docente universitaria e curatrice dello spettacolo.
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