Quel giorno lo ricordo. Eccome se lo ricordo! Ricordo, soprattutto, quel pomeriggio. 4 novembre 2011, un venerdì di dieci anni fa. Poco dopo le 13 scoppiò il finimondo a Genova: il rio Fereggiano di Marassi esondò, la strada stretta tra le palazzate degli anni Sessanta e Settanta si trasformò in un torrente impetuoso che portò via tutto. Auto, camion, cassonetti della spazzatura, merce dai negozi. E uccise. Sei vittime, quattro donne e due bambine piccole, tutte annegate nel fango.
Da dieci anni dirigevo Primocanale e lo stile che avevamo dato con l’editore Maurizio Rossi, che voleva una televisione totalmente di informazione, era quello di “andare in diretta subito quando c’era una grande notizia”.
La notizia la diede in diretta Luca Russo che alle 13 circa si trovava proprio sul Fereggiano, mentre noi stavamo trasmettendo il tg. Da quel momento la diretta assunse un tono drammatico e un ritmo giornalistico impressionante. I cronisti di Primocanale erano sul Fereggiano e sul Bisagno che stava straripando e annegava piazza Adriatico per poi invadere Borgo Incrociati. Altri presidiavano via XX Settembre. Dagli studi al trentunesimo piano del grattacielo di piazza Dante realizzavamo una delle dirette più drammatiche della nostra professione di cronisti.
Da oggi Primocanale ricorda quei giorni e quelle ore attraverso una docuserie intitolata La Grande Alluvione alla cui realizzazione hanno collaborato Lorenzo Vigo, Edoardo Rossi, Nicolò Di Pierro, Maicol Pasini. Cominciata dieci giorni fa con due puntate dedicate all’alluvione che il 25 ottobre colpì lo spezzino e le Cinque Terre facendo tredici vittime, il docufilm dedica ora quattro puntate all’alluvione di Genova.
Le prime due, intitolate L’onda del Fereggiano raccontano la tragedia con immagini impressionanti e numerose testimonianze. E il racconto dei nostri giornalisti di oggi e di allora, da Luca Russo, appunto, a Francesca Baraghini oggi giornalista a Sky Tg24, a Nur El Gawohary ora capo ufficio stampa dell’Aeroporto, a Elisabetta Biancalani, Tiziana Oberti, Giovanni Porcella, Giuseppe Sciortino, Giovanni Giaccone, Dario Vassallo, con l’acqua alle ginocchia a rischiare di persona pur di offrire alle migliaia di telespettatori un’ informazione continua. Senza guardare l’orario di lavoro.
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Poi i parenti delle povere vittime, il papà di Serena morta a diciannove anni con la tremenda cronaca della ricerca disperata della sua ragazza, fino all’agghiacciante riconoscimento all’obitorio o di Attilio Toffi edicolante di via Giacometti, marito di Evelina “Marina Pietranera”, morta su quella strada trasformata in un fiume.
E Flamur. Il papà albanese che vede morire le sue bimbe e la moglie, in un sottoscala al civico 2. E la storia di Angela che era andata a prendere il figlio a scuola e lo ha salvato. Ma lei non ce l’ha fatta.
La diretta di Primocanale raccolse numerose telefonate: richieste di notizie, commenti, critiche, accuse anche pesanti alle autorità. E finalmente una lunga telefonata con Marta Vincenzi, allora sindaco di Genova, impegnata quel giorno in una importante riunione istituzionale.
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La terza puntata intitolata Il sindaco, la gente e gli Angeli, raccoglie le prime accuse al Comune di avere tenuto le scuole aperte e le risposte della prima cittadina, ma anche il suo dramma personale e politico, il racconto di quelle ore, il peso delle responsabilità e questi dieci anni di processi.
Le interviste agli “Angeli del fango”, i ragazzi e le ragazze che in maglietta e con la pala in mano aiutarono a liberare i negozi dai detriti, offrono la testimonianza dell’ eccezionale solidarietà che caratterizzò Genova.
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La quarta puntata Processo alle responsabilità, affronta i tempi complessi dell’azione giudiziaria con documenti filmati che raccolgono le accuse di Flamur Djiala e degli abitanti di via Fereggiano, l’azione delicatissima svolta dalla Procura allora guidata da Michele Di Lecce, mentre in studio Marta Vincenzi, oggi, illustra la sua posizione e l’esito processuale che la vede ora “affidata” ai servizi sociali per un’ opera di volontariato che, peraltro, l’ex sindaco ha cominciato quasi dieci anni fa, poco dopo la tragedia.
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Infine un momento di speranza. La realizzazione, dopo anni di parole vuote, dello scolmatore e la valutazione di questa colossale opera idraulica fatta in un’intervista al professor Renzo Rosso, docente di Costruzione idrauliche al Politecnico di Milano.
Primocanale ha raccontato e fatto vedere tutto questo, con lo spirito reale del servizio pubblico, senza censure, senza filtri di “convenienza o opportunità”, cercando per quanto possibile, di essere sempre sul posto e di far parlare la popolazione. Poi passare alle analisi, sempre con molte voci contrapposte.
Un “metodo” quello voluto dall’editore che non ha mollato mai in questi dieci anni. Purtroppo avendo tragiche occasioni, ultime il crollo del Morandi e la pandemia. Sempre in diretta e facendo ripetere ai genovesi e ai liguri quella frase diventata ormai abituale quando accade qualcosa: “Accendiamo Primocanale che sicuramente è in diretta….”
cronaca
"Accendiamo Primocanale che sicuramente è in diretta"
La docuserie sull’ alluvione del 4 novembre 2011. Le immagini, il racconto, le testimonianze della gente e dei giornalisti
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