porti e logistica

Continua la nostra inchiesta sull’opera fallita da 20 anni
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“Ma siamo sicuri che ci sia veramente bisogno di un’opera come questa a Genova? Secondo me no, e poi… evviva la sopraelevata, sono un suo sostenitore”. Un’altra voce contraria, quella di Edoardo Monzani, amministratore delegato di Stazioni Marittime di Genova, si unisce al coro di no al tunnel subportuale di Genova, contenuto nell’accordo approvato in consiglio comunale tra Autostrade ed enti locali. Contrari, tra le voci raccolte, Gian Enzo Duci, vice presidente di Conftrasporto, e Aldo Spinelli, presidente del gruppo Spinelli.

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“Intanto io le dico che nel 2002, quando venne presentato il prpgetto preliminare, ero già ai vertici di Stazioni Marittime e partecipai a riunioni con D’Apollonia (nel team di imprese vincitrici della gara per il progetto preliminare) e insieme convenimmo sull’incompatibilità tra il cantiere e l’operatività del porto.
Quindi, se oggi dal cilindro una soluzione diversa, credo che le condizioni non siano cambiate. Parlo del cantiere a cui servirebbe tanto spazio per i materiali, dai conci del tunnel ad altro”. Del resto ben fa Monzani a preoccuparsi visto che il tunnel troverebbe il suo imbocco proprio in zona terminal traghetti, a San Benigno.


“Questo progetto secondo me è una utopia. E poi domandiamoci, c’è proprio bisogno di un tunnel sotto il porto? La viabilità è così congestionata? Abbiamo altre priorità, come una sorta di metropolitana leggera da Nervi a Voltri con deviazioni in Valpolcevera e Valbisagno”.
Anche Monzani poi, come Duci e Spinelli, spezza una lancia in favore della sopraelevata di Genova: “Teniamo quella in buone condizioni, mi piace anche, ne esistono esempi eccellenti anche all’estero”.

Ma secondo lei perchè si è riesumato, con Bucci come quarto sindaco dopo Pericu, Vincenzi e Doria, questo progetto?
“Perché Bucci sulla scia del successo per la ricostruzione del ponte San Giorgio, credo abbia riproposto questa opera perché è di forte impatto sull’opinione pubblica”.